Dopo lo “show” e la distruzione sul palco del Festival di Sanremo della scenografia di rose da parte di Blanco la procura di Imperia ha aperto un fascicolo per danneggiamento. Gli accertamenti nascono dopo la segnalazione fatta dal Codacons ma sul caso c'erano stati anche alcuni approfondimenti da parte della Digos la sera stessa dell'esibizione.

Il cantante aveva giustificato l'accaduto spiegando in diretta di avere avuto problemi con l'audio in cuffia. L'ipotesi di reato, per cui la Procura procede d'ufficio, è di danneggiamento aggravato dal fatto di aver agito contro un bene pubblico e nel corso di una manifestazione.

All'indomani dell'esibizione di Blanco sul palco dell'Ariston, in cui l'artista aveva danneggiato l'allestimento floreale del festival, Il codacons aveva depositato un formale esposto alla magistratura di Imperia. “Speriamo che questa gente impari finalmente l'educazione civica e il rispetto – dice a caldo all'Adnkronos il presidente del Codacons Carlo Rienzi - che è alla base di qualsiasi professione e di qualsiasi mestiere”.

Nell'esposto, l'Associazione chiedeva alla Procura di Imperia "di procedere in base all'art. 635 del codice penale secondo cui 'Chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose mobili o immobili altrui in occasione di manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al pubblico è punito con la reclusione da uno a cinque anni', in relazione al danneggiamento della scenografia che ha determinato anche uno spreco di soldi pubblici". Oggi la Procura, "accogliendo la nostra richiesta, ha deciso di procedere proprio per la fattispecie di danneggiamento da noi denunciata, ma crediamo che l'indagine debba essere estesa anche alla Rai, allo scopo di accertare se vi siano state possibili complicità da parte dell'organizzazione del Festival di Sanremo, in considerazione delle notizie apparse sui mass media secondo cui il gesto di Blanco all'Ariston non sarebbe stato imprevisto", aggiunge il Codacons.

“Anche al matrimonio i fiori vengono buttati via. Per le cose sceniche delle volte ci sono delle esigenze. Sapevo che qualcosa sarebbe successo, il mio lavoro era fare la scenografia. Nel video già si vedeva che le rose non le trattava benissimo. Magari sarebbero durate un po' di più, ma alla fine anche quelle rose sarebbero finite per essere buttate”, commenta invece a LaPresse Jessica Tua, Flower Stylist del Festival di Sanremo. “Posso dire che le rose non durano in eterno e sono fiori recisi - spiega la fiorista - Poi la magistratura ha la sua competenza e questo non mi riguarda. Non voglio dare giudizi sull’indagine perché non è cosa che mi riguarda. Non sono mie competenze, io posso solo dire che i fiori non sono eterni. Anche quando li compri dopo qualche giorno li butti. Non è come i vandali che rovinano le opere d’arte, quelle sono eterne. I fiori si sa che hanno una durata limitata. Come i vari carri di Sanremo, o nelle sfilate di moda in cui ci sono migliaia di euro di fiori sulla passerella che durano solo il tempo delle sfilate. Quelli sono fiori che poi vanno a finire nella spazzatura”.