Codacons vs Fedez, atto secondo. In un esposto inviato alla Guardia di finanza di Milano (Roma ed Emilia Romagna) l’associazione chiede che vengano svolti controlli fiscali sulle società del marito di Chiara Ferragni. Obiettivo: scongiurare che tramite le sue società - a cui è intestato l’intero patrimonio - possa essere realizzato qualche raggiro fiscale.

Nel documento di nove pagine, in cui l’associazione si dice titolata a essere portavoce di possibili spunti «nell’interessi della collettività», si torna a prendere in esame le sue società - come già fatto in una ricostruzione dell’aprile 2022 sempre inviato alla Gdf - con un’analisi affidata al consulente tecnico Gian Gaetano Bellavia. Non è la prima volta, infatti, che il Codacons interviene su Fedez. L’attuale esposto, inviato oltre che alle Fiamme Gialle di Milano anche alla Guardia di finanza di Roma e al comando dell’Emilia Romagna, aggiorna una precedente relazione del 2022 che non avrebbe avuto effetto, almeno mediatico.

Nel documento, l’associazione di consumatori insiste nel sottoporre all’attenzione della Gdf la situazione patrimoniale del rapper che «sentito in atti dall’autorità giudiziaria» in un procedimento a Milano terminato con un’archiviazione, ha dichiarato di essere «nullatenente» e di avere «tutto intestato alle mie società», «espressione che – dice il Codacons -, in maniera sintetica ma efficace, fa emergere una personalità incline a “sfruttare” a proprio vantaggio i meccanismi mediante cui si celano le ricchezze personali, situazione questa dove è molto frequente possano annidarsi situazione di elusione fiscale o di vera e propria evasione». In sintesi il Codacons confida nella possibilità «che possa essere avviata rapidamente un’attenta attività di approfondimento e verifica prima che ulteriori operazioni straordinarie, alcune già in corso, possano ulteriormente mutare lo scenario e magari determinare lo svuotamento di asset in pregiudizio del fisco».

 Negli asset societari si evidenzia come si siano susseguite «una serie di operazioni straordinarie difficili da comprendere senza aver accesso ai dati contabili di dettaglio delle singole società ma che rappresentano un insieme non sempre razionale». La successione delle operazioni «ben potrebbero essere la rappresentazione di operazioni in grado, potenzialmente, di celare fenomeni elusivi mediante il trasferimento di valore da un veicolo societario all’altro». Inoltre i beni utilizzati per scopi personali «come l’abitazione della famiglia Fedez-Ferragni nel complesso Citylife ovvero la Lamborghini utilizzata da Fedez risultano intestati a società» e «sfugge il contenuto di eventuali accordi contrattuali che consentirebbero alle persone fisiche, che non ricoprono cariche societarie, di usufruirne in maniera esclusiva». 

La replica di Fedez non è tardata ad arrivare. «Perché il Codacons per far parlare di sé deve sempre buttare merda su di me e sulle persone con cui lavoro?», dice in un video sul suo profilo Instagram. «Prendo atto di questo grandissimo scoop che sta circolando su tutte le testate diramato dal Codacons - afferma Fedez - in cui campeggia il titolo: “Fedez dichiara che è nullatenente”. No, non è vero, non ho dichiarato questo. Come sempre prendono un pezzo di una cosa, lo decontestualizzano e lo fanno passare per un’altra cosa».

Fedez sottolinea poi che i procedimenti per diffamazione fatti dal Codacons contro di lui sono stati «tutti archiviati» e racconta di un episodio in cui il giudice gli ha chiesto se fosse titolare di beni immobili «navi, macchine» e a cui ha risposto che «è tutto intestato alla mia società». Il cantante quindi specifica che il nullatenente è relativo «a questo punto di vista» e «non in generale». La guardia di finanza «non ha mai rilevato nulla di illecito».