Un morto e un ferito sul lavoro in poche ore nel frusinate. A perdere la vita all’interno dello stabilimento Fca di Piedimonte San Germano, la scorsa notte, è stato un operaio di 40 anni, Fabrizio Greco di Pontecorvo. L’uomo, sposato e padre di due bambine, è stato colpito al collo dallo stampo di una scocca. Inutile ogni soccorso. Secondo una prima ricostruzione l’uomo sarebbe intervenuto assieme ad un collega su una pressa bloccata e poi, spostando un macchinario, a causa di un’oscillazione sarebbe rimasto ferito gravemente al collo.

Sull'incidente la Procura di Cassino ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo. Ieri mattina, invece, all’interno della cartiera Reno De Medici di Villa Santa Lucia, un operaio è stato investito da un muletto. L’uomo è stato trasferito in elicottero a Roma. Su entrambi gli episodi stanno ora indagando i carabinieri della compagnia di Cassino.

«L’Azienda esprime, anche a nome di tutti i dipendenti, profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia per la tragica scomparsa di Fabrizio Greco - si legge in una nota diffusa dalla Fca - Sono state subito attivate tutte le iniziative a sostegno dei suoi familiari e l’Azienda sta collaborando attivamente con le autorità competenti che stanno compiendo gli accertamenti sulle cause dell’incidente tragico ed eccezionale».

Subito dopo il tragico incidente, i sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm di Cassino hanno dichiarato uno sciopero di 8 ore su tutti e tre i turni in segno di lutto e di protesta per l’infortunio. «Continua la scia di incidenti mortali, determinati spesso dalle condizioni di lavoro. È ora di finirla - si legge in una nota a firma di Francesca Re David, segretaria generale Fiom Cgil e Michele De Palma, segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile automotive Serve un confronto sugli investimenti, sulla formazione e sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. È necessaria un’iniziativa del governo per aumentare la prevenzione e i controlli con i servizi ispettivi, ormai sempre più in carenza anche di personale».

E il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha chiesto risposte da parte del governo a di evitare le frasi di circostanza. «Servono investimenti in formazione, prevenzione e controlli. La magistratura - ha aggiunto appurerà cause e dinamiche di questa ennesima tragedia, ma il mondo del lavoro adesso pretende fatti concreti che evitino il ripetersi di simili drammi».

Un vero e proprio bollettino di guerra, che da inizio anno conta oltre 600 vittime. «È un dato non più accettabile - ha aggiunto Landini - Occorre intervenire rapidamente perché non è possibile continuare a morire lavorando, tra l’altro nello stesso modo in cui si moriva 30 o 40 anni fa. Il lavoro, la salute e la sicurezza non possono essere considerati un costo, devono diventare un investimento» .

La segretaria della Cisl, Annamaria Furlan, ha invece definito «agghiacciante» l’ennesima morte sul lavoro. «Serve una mobilitazione di tutta la società civile e provvedimenti urgenti sulla sicurezza - ha sottolineato Furlan - Bisogna fermare questa strage. Il cordoglio non basta».

Il segretario della Uil, Carmelo Barbagallo, ha chiesto «un forte impegno congiunto di tutti i soggetti coinvolti, per una vera e propria campagna contro gli infortuni. C'è bisogno di una formazione e di un'informazione più capillari. Bisogna aumentare i controlli e, per alcune fattispecie, come lavoro nero, caporalato o reiterazione del reato, prevedere anche un inasprimento delle sanzioni. In questo momento ha concluso - ci stringiamo in silenzioso cordoglio al fianco dei familiari della vittima. Noi vorremmo solo non piangere più la morte di un lavoratore»,