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Filippo Turetta, accusato del sequestro e dell'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin, è atterrato prima del previsto all'aeroporto “Marco Polo” di Venezia a bordo di un velivolo dell'Aereonautica italiana, dove era atteso per le 12,30. Negli uffici della polizia aeroportuale gli è stata notificata l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, prima di essere trasferito nel carcere di Verona. Già oggi potrebbe incontrare i suoi legali Giovanni Caruso ed Emanuele Compagno. Eventuali colloqui coi familiari devono invece essere autorizzati dai magistrati e probabilmente avverranno solo dopo l'interrogatorio di garanzia, previsto non prima di lunedi' davanti alla gip di Venezia Benedetta Vitolo.
Secondo Nicodemo Gentile, legale di fiducia di Elena Cecchettin, a Filippo Turetta, accusato dell'omicidio della sorella Giulia, deve essere contestata anche l'aggravante dei “motivi abietti”. «Pippo, così lo chiamava Giulia, è un uomo senza empatia - scrive Gentile in una nota - che ha lucidamente eliminato la sua ex per punirla da quello che lui ha considerato un atto di insubordinazione subito, poiché, ormai, la nostra Giulia non rispondeva più alle sue aspettative. Lavoreremo, affinché, la Procura prima e i giudici poi, riconoscano a carico del Turetta l'aggravante del “motivo abietto”. Turpe è la causale dell'omicidio e spregevole è tutta la condotta complessiva. La laurea di Giulia, ha costituito il punto di rottura, di non ritorno, infatti, questo traguardo della ragazza avrebbe reso Filippo sempre più piccolo e comportato il definitivo distacco della giovane, pronta a svoltare pagina anche nel mondo delle sue relazioni».
Le donne «devono smettere di fare ‘le curatrici’ di uomini affetti da analfabetismo emotivo – prosegue la nota di Gentile -, devono pensare a loro e alle prime avvisaglie di comportamenti abnormi e morbosi da parte del partner, uscire in modo definitivo da dinamiche di controllo militare, comportamenti intrusivi e molesti anche quando non si usano le mani. Il sacrificio della nostra Giulia, non può essere sprecato ma deve servire a creare nuove consapevolezze tra i giovani, nelle famiglie, nelle scuole e magari salvare altre donne dagli attacchi e dai ricatti dei manipolatori affettivi».
Per Gentile, che è anche rappresentante dell'associazione “Penelope”, «il sacrificio della nostra Giulia non può essere sprecato ma deve servire a creare nuove consapevolezze tra i giovani, nelle famiglie, nelle scuole e magari salvare altre donne dagli attacchi e dai ricatti dei manipolatori».