Ci sono i video dei cellulari e delle telecamere dei negozi, ci sono le foto, ci sono le testimonianze di chi era presente a ricostruire fedelmente quanto è successo intorno alle 14.30 in Corso Umberto I, il centro dello shopping di Civitanova Marche (Macerata): Alika Ogorchukwu, nigeriano di 39 anni, venditore ambulante, sposato e con una figlia, è inseguito da un uomo, 32 anni, originario di Salerno e residente in città. Questultimo lo raggiunge facilmente, perché chi scappa ha problemi di mobilità conseguenti a un incidente e, usando il bastone-stampella che la vittima usava per muoversi, lo colpisce ripetutamente. Il nigeriano è a terra, il suo aggressore, che ha una corporatura robusta, gli monta sopra, gli tiene stretto un braccio e con il ginocchio gli schiaccia la testa sulla strada. «Così lo uccidi», gli grida un passante. E così è stato. Quando arrivano i soccorritori, per Alika non cè nulla da fare, muore qualche minuto dopo il loro arrivo. Nel frattempo, il suo aggressore scappa via, ma di lui gli inquirenti sanno già tutto. Agli agenti del commissariato che lo fermano dà una sola spiegazione: «Ha importunato la mia fidanzata». Una spiegazione che gli inquirenti devono verificare, incrociandola proprio con lampia mole di immagini e testimonianze. Le indagini, coordinate dal piemme Rastrelli, sono affidate alla squadra mobile guidata dal commissario capo Matteo Luconi: il magistrato ha disposto lautopsia sul cadavere del nigeriano, che sarà eseguita la prossima settimana dal medico legale Ilaria De Vitis.