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L’avvocata Maria Bontsler resta in carcere, nonostante le precarie condizioni di salute. Bontsler è stata arrestata alla fine di maggio per aver difeso un attivista impegnato nella difesa dei diritti umani. A nulla sono servite le richieste formulate dai familiari e dal suo legale per un trasferimento in ospedale.
Anche la storia di Maria Bontsler offre un quadro inquietante sulla situazione che si vive nella Russia di Putin e nei territori sottoposti al controllo di Mosca. Bontsler è una avvocata di Kaliningrad, exclave russa che si affaccia sul Mar Baltico, situata tra la Polonia e la Lituania.
Dopo l’aggressione della Russia ai danni dell’Ucraina nel 2022, Bontsler – unica avvocata di Kaliningrad che si occupa di diritti umani - è stata condannata al pagamento di una multa di 60mila rubli per aver utilizzato la parola “guerra” nel corso di una udienza.
Più grave l’accusa formulata quest’anno dalla procura della città russa: “Cooperazione su base confidenziale con uno Stato estero, un’organizzazione internazionale o straniera” (articolo 275.1 del Codice penale). Secondo gli inquirenti, tra i mesi di agosto e settembre 2024, Bontsler ha avuto contatti con un appartenente ai servizi di sicurezza di uno «Stato ostile», assistendolo «in attività dirette contro la sicurezza della Federazione Russa». Il pubblico ministero ha inoltre sostenuto che l’avvocata ha «fornito informazioni su agenti delle forze dell’ordine di cui è venuta a conoscenza attraverso il suo lavoro di avvocato».
In udienza il pubblico ministero ha affermato che, se rilasciata, Bontsler «potrebbe continuare a svolgere attività criminali». «Dati i suoi numerosi contatti al di fuori della Federazione Russa – ha aggiunto l’accusa - e i suoi ripetuti viaggi all’estero, potrebbe eludere le indagini e il processo, potrebbe minacciare i testimoni e ostacolare in altro modo il procedimento a suo carico». Se verranno confermate le accuse, Maria Bontsler rischia fino a otto anni di carcere.
La professione forense in questo caso viene considerata come una minaccia per la sicurezza nazionale, in quanto l’avvocato potrebbe acquisire informazioni sensibili che metterebbe a disposizione di altri per danneggiare gli interessi della Federazione Russa. Per oltre trent’anni, Bontsler ha presieduto il “Comitato regionale delle madri dei soldati”, ora sciolto, e difeso i diritti dei coscritti. Nel 2013 l’avvocata di Kaliningrad si è aggiudicata il “Moscow Helsinki group human rights award”. Ha collaborato inoltre con Memorial e Open Russia, fino alla loro chiusura. Un mese fa alcuni agenti dell’Fsb hanno proposto a Bontsler un accordo con la possibilità di uno sconto di pena in cambio di alcune informazioni su un altro avvocato impegnato nella difesa di dissidenti e oppositori politici. Secco il rifiuto della legale di scendere a patti con i servizi di sicurezza.
Oltre alle accuse, l’impossibilità di ricevere cure adeguate. L'ospedale di Kaliningrad due giorni fa ha certificato che lo stato di salute di Bontsler, che soffre di grave ipertensione, è compatibile con la detenzione. Il figlio dell’avvocata, Vyacheslav Medkov, ha riferito al canale Telegram “Una parola di difesa” che gli esami medici promessi nella scorsa estate non sono stati mai effettuati.
Il caso di Maria Bontsler ha suscitato attenzione all’estero. La relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nella Federazione Russa, Mariana Katzarova, già alcuni mesi fa ha espresso preoccupazione, parlando di un caso «profondamente inquietante di persecuzione giudiziaria e criminalizzazione di un avvocato semplicemente per aver svolto il suo lavoro». «L'arresto e il processo a Maria Bontsler – ha commentato Katzarova - sono motivati politicamente e rappresentano l’ennesimo esempio del continuo attacco all’indipendenza della professione legale in Russia».
L’Ordine degli avvocati di Kaliningrad non solo non ha solidarizzato con la propria iscritta, ma ha addirittura cancellato dall’albo la professionista. Molto critica a tal riguardo l’ «International association of Russian advocates» (Iara). «La decisione del Consiglio dell’Ordine degli avvocati della Regione di Kaliningrad nei confronti di Maria Bontsler – si legge in una nota dell’organizzazione - non è solo un errore. Si tratta di un atto che calpesta palesemente i principi fondamentali della legislazione forense russa, gli standard internazionali di indipendenza professionale e l’essenza stessa dell’autogoverno forense, che mira a proteggere i propri iscritti non a facilitarne la persecuzione».
Karinna Moskalenko, presidente della Iara, considera «le azioni dell’Ordine degli avvocati di Kaliningrad non solo illegali, ma anche profondamente immorali, in quanto rappresentano un atto di tradimento professionale». «L'Ordine degli avvocati – evidenzia Moskalenko -, in virtù del suo scopo, è tenuto a garantire che gli iscritti siano in grado di svolgere tutte le loro funzioni professionali senza intimidazioni, ostacoli, molestie o interferenze improprie».


