«Se i leghisti votano per l’autorizzazione contro Salvini, sarà un boomerang». Sempre fuori dal coro, il filosofo Massimo Cacciari analizza i possibili esiti del caso Gregoretti e, soprattutto, come e se impatterà sul voto emiliano. Dove la vittoria di Bonaccini è probabile e, se così fosse, «si dovrà accendere un cero alle Sardine».

Professore, il caso Gregoretti ha tenuto col fiato sospeso il Parlamento.

Lei dice? Io non vedo davvero che interesse possa avere questo fatto. L’unica cosa certa è che tutti, Matteo Salvini da una parte e la maggioranza dall’altra, stanno usando la cosa in chiave unicamente strumentale.

Salvini rischia la galera, però...

Rimane politichetta di infimo livello.

Si rianima il solito scontro dualistico tra politica e giustizia?

Direi di no. Mi sembra, anzi, un fatto abbastanza lineare: i giudici hanno rilevato nel comportamento dell’ex ministro dell’Interno un comportamento che viola alcune norme penali e di diritto internazionale, per questo ha aperto il procedimento e chiede l’autorizzazione. Ora sta al Parlamento decidere e ognuno si assumerà le sue responsabilità. Ma non mi parli di scontro tra politica e magistratura, perché in Italia abbiamo assistito a drammi di ben altra portata, rispetto ai quali questo è poco più di un fatterello secondario.

E questo fatterello influenzerà il voto emiliano?

La commissione ha votato l’autorizzazione, dunque bene o male Salvini ha una nuova cartolina da poter usare in questi ultimi giorni di campagna elettorale.

Ci va anche grazie ai voti della Lega, è stata una mossa furba?

Direi piuttosto un boomerang, perchè si tratta di una strumentalizzazione che grida vendetta al cielo. Mi sembra una mossa talmente spudorata che, paradossalmente, aggiunge una freccia all’arco dei suoi avversari.

Al netto dei fatti nazionali, come crede che finirà in Emilia?

Sono quasi certo che vincerà Bonaccini, ma gli scenari sono tutti ancora possibili.

Ipotizziamo, invece, che il centrosinistra perda.

Se così fosse, assisteremmo alla caduta di un piccolo muro culturale, politico e simbolico. Se succedesse, non vedo come il Pd e il governo potrebebro far finta di nulla. Per il Pd, almeno, non sarebbe possibile ignorare un evento di tale portata. Anche in questo caso, però, le ipotesi sono varie: se la Lega vincesse sarebbe il disastro; però esiste anche l’ipotesi che Bonaccini vinca sul fil di lana, ma la coalizione avversaria superi il 50%. Il Pd potrebbe dire che, tutto sommato, non ha perso e Bonaccini riuscirebbe a mettere in piedi un governo regionale, forte del fatto che nessuna Regione si è mai sciolta anzitempo.

Lei parla solo del Pd, ma al governo le conseguenze le subirebbero anche i 5 Stelle.

I 5 Stelle da mesi hanno smesso di ragionare. Era talmente evidente che in Emilia non avrebbero dovuto presentarsi ma stringere un accordo con Bonacci per costruire una lista civica e garantirsi l’elezione senza andare alla conta, per poi dire che il Pd aveva vinto grazie a loro. Andare con un loro candidato è stata una scelta demenziale ed è incredibile che Luigi Di Maio continui a rimanere a galla.

Le Sardine, invece, hanno dato una mano, elettoralmente parlando?

Bisogna vedere, io spero e penso di sì. Certamente sono state loro la novità, perchè hanno mobilitato le piazze quando i partiti tradizionali non riescono più nemmeno a organizzare un comizio decente. Sono state sicuramente utili, ma non è detto che la piazza si tramuti in voti.

Sarà difficile calcolarli, però.

Per farlo bisognerà vedere il combinato disposto del probabile tracollo 5 Stelle e dei livelli del Pd. Se i 5 Stelle finissero molto in basso e i dem facessero un risultato particolarmente positivo, probabilmente significherebbe che le Sardine hanno prodotto una osmosi tra Pd e grillini. In ogni caso, certamente le Sardine male non hanno fatto. Anzi, dico di più: se Bonaccini riuscisse a farcela, dvorebbe accendere un cero alle Sardine.