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Si apre anche in casa dei democratici una frattura del fronte del sostegno militare all’Ucraina senza ma e senza se. Un gruppo dei 30 deputati della sinistra dem chiedono a Joe Biden di cambiare drasticamente la sua strategia e cercare negoziati diretti con la Russia. In una lettera inviata alla Casa Bianca, firmata, tra gli altri, da Alexandria Ocasio-Cortez, Ilhan Omar e Ramila Jayapal, si sottolinea la necessità che il presidente affianchi al sostegno economico e militare senza precedenti a Kiev «una spinta diplomatica proattiva, raddoppiando gli sforzi per cercare una cornice realistica per il cessate il fuoco». I democratici hanno voluto mettere subito in chiaro che la loro posizione è ben diversa dal gruppo, crescente, dei repubblicani che contestano i costi eccessivi della guerra ed, in alcuni casi, arrivano anche ad assumere posizioni filorusse. «Noi non ci illudiamo sulle difficoltà di un dialogo con la Russia vista la sua vergognosa ed illegale invasione dell’Ucraina - scrivono - se c’è un modo di mettere fine a questa guerra e preservare un’Ucraina indipendente e libera, è la responsabilità dell’America perseguire ogni strada diplomatica per sostenere una tale soluzione che sia accettabile per il popolo ucraino». Dopo le sortite dei repubblicani, in ogni caso la lettera dei dem rischia di creare ulteriori pressioni su Biden, provenienti proprio dal suo stesso partito, seppur da una minoranza. In particolare, al presidente viene contestato di non impegnarsi in un dialogo regolare con Mosca, come tentativo di mettere fine ad una guerra che sta provocando migliaia di morti e 13 milioni di profughi. Finora l’amministrazione Biden è stata inamovibile nel dire che deve decidere Kiev se e quando negoziare con la Russia. Ma è opinione diffusa tra gli esperti che Mosca sia disponibile solo a negoziare con Washington, in un dialogo tra superpotenze. E i democratici liberal chiedono a Biden di cogliere questa opportunità, perché «l’alternativa alla diplomazia è una guerra che si protrae». Una guerra le cui conseguenze disastrose si stanno avvertendo sempre più a livello globale, con l’aumento dei prezzi di beni alimentari e benzina negli Usa, e la crisi alimentare globale, senza contare il pericolo di attacchi nucleari da parte di Mosca. Dalla Casa Bianca è già arrivata una risposta con il portavoce del Consiglio di Sicurezza, John Kirby, che, pur ringraziando i deputati per le loro riflessioni, ha ribadito che l’iniziativa diplomatica spetta a Kiev. «Non avremo conversazioni con la leadership russa senza la presenza degli ucraini - ha detto - è Zelensky che deve determinare, dal momento che si tratta del suo Paese, quando negoziare. Tutti vorremmo vedere questa guerra fine oggi - ha concluso- e francamente potrebbe finire oggi, se Putin facesse la cosa giusta e ritirasse le sue truppe».