Il Comune di Birmingham, la seconda città più popolosa del Regno Unito dopo Londra, ha dichiarato bancarotta dopo aver ricevuto una fattura di circa 760 milioni di sterline (890 milioni di euro) per ottemperare alle richieste di parità salariale tra uomini e donne a partire dal 2012. 

La richiesta di risarcimenti nasce dalle disparità di retribuzione degli ultimi dieci anni, nei quali le donne sono state pagate meno degli uomini. Come riporta la testata inglese Indipendent, il buco in bilancio “attualmente si aggira intorno agli 87 milioni di sterline”, ma potrebbe arrivare a 164,8 milioni tra il 2024/25. “L’entità della discriminazione è molto peggiore di quanto si potesse immaginare, ed è chiaro che il consiglio non ha imparato nulla dalla sua vergognosa storia di sottovalutazione del lavoro femminile”, ha dichiarato alla Bbc Michelle McCrossen del sindacato dei lavoratori comunali. 

Già nel 2012 una sentenza aveva già stabilito che il Comune dovesse pagare fino a 1,1 miliardi di risarcimento alle dipendenti discriminate. Si trattava di oltre cento impiegate in diversi ruoli, dalla didattica alla ristorazione, fino alla pulizie. Le autorità locali intanto hanno riferito che tutti i servizi che comportano nuove spese verranno interrotti immediatamente, ad eccezione dell'assistenza alle persone vulnerabili e dei servizi legali. Secondo la Bbc, il leader dell'amministrazione municipale di Birmingham, John Cotton, ha già avvertito che le autorità locali dovranno prendere "decisioni dure", indicando così una serie di tagli che potrebbero colpire strade, progetti culturali e spazi pubblici. Allo stesso modo, la situazione potrebbe incidere sul finanziamento comunale dei Campionati Europei di atletica leggera del 2026, che si terranno allo stadio Alexander, situato alla periferia della città.