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Dopo dieci mesi di processo la Corte d'Assise speciale di Parigi emette il suo verdetto sugli attentati del 13 novembre 2015: 19 dei 20 imputati sono riconosciuti colpevoli di terrorismo per gli attentati al teatro Bataclan, ai caffè di Parigi e allo stadio nazionale francese. Ergastolo per Salah Abdeslam, principale imputato del processo, unico superstite del commando che uccise 130 persone fra Parigi e Saint-Denis, gran parte delle quali all’interno del teatro Bataclan, riconosciuto colpevole di omicidio e tentato omicidio con associazione terroristica. L'imputato aveva affermato durante tutto il processo di non aver «ucciso nessuno». Aveva anche assicurato di aver rinunciato ad attivare la cintura esplosiva, ritrovata in un bidone della spazzatura. «L’opinione pubblica pensa che ero a sparare contro le persone sedute ai tavolini fuori dai bar, che ero al Bataclan. Sapete che la verità è l’opposto. Ho commesso errori, è vero, ma non sono un assassino. Se mi condannate per omicidio commettete un’ingiustizia», aveva affermato Salah Abdeslam. La procura nazionale antiterrorismo ha chiesto per lui l’ergastolo senza possibilità di sconti di pena. Si tratta della condanna più dura possibile nel sistema giudiziario francese, che è stata inflitta solo quattro volte nel Paese per reati legati allo stupro e all’omicidio di minori. Una «pena di morte lenta», secondo l'avvocata di Salah Abdeslam, Olivia Ronen. I pubblici ministeri hanno chiesto l’ergastolo, oltre che per Abdeslam, anche per altri nove imputati. I restanti sospettati sono stati processati con accuse di terrorismo minori e rischiano condanne da cinque a 30 anni.