La notizia è arrivata con un lancio dell’agenzia Lybia24 sui suoi canali social: «Il Procuratore generale ha ordinato l’arresto di Osama Almasri Anjim e il suo rinvio a processo per tortura di rifugiati e la morte di uno di loro sotto tortura». Il Procuratore Generale libico, Al Siddiq Al Sour, ha scritto in una nota che: «Nell’ambito della giurisdizione nazionale, la procura ordina la detenzione del responsabile della gestione delle operazioni e della sicurezza giudiziaria. A seguito delle indagini sulle accuse rivolte all’agente di polizia Osama Almasri Anjim - prosegue la nota - il procuratore generale ha completato l’acquisizione di informazioni relative a violazioni dei diritti dei detenuti presso l’Istituto di Riforma e Riabilitazione di Tripoli, dopo che la Procura è stata informata di abusi che includevano torture e trattamenti crudeli e degradanti».

Gli inquirenti libici «hanno svolto un interrogatorio riguardante le circostanze che hanno portato alla violazione dei diritti di dieci detenuti e alla morte di uno di loro a causa di torture. Alla luce di prove sufficienti a supporto delle accuse, la procura ha indirizzato l’imputato, attualmente in custodia cautelare, al sistema giudiziario».

Su Almasri pende un mandato di cattura emesso dalla Corte Penale Internazionale (CPI) lo scorso 18 gennaio in quanto ritenuto responsabile dei crimini di guerra di: oltraggi alla dignità personale; trattamento crudele; tortura; stupro e violenza sessuale; e omicidio, tutti commessi nel carcere di Mitiga dal febbraio 2015 in poi, oltre che dei crimini contro l’umanità di: reclusione; tortura; stupro e violenza sessuale; omicidio e persecuzione anch’essi commessi nel carcere di Mitiga. Lo scorso luglio invece il suo braccio destro, Khaled Mohamed El Hishri, è stato arrestato con l’accusa di aver commesso crimini contro l’umanità all’aeroporto di Berlino-Brandeburgo, mentre si stava imbarcando su un volo diretto a Tunisi.

Almasri è balzato all’onore delle cronache italiane dopo il suo arresto, avvenuto il giorno seguente all’emissione del mandato di cattura fuori dallo Juventus Stadium di Torino, dove aveva assistito alla partita Juventus-Milan, la sua liberazione e il suo immediato rimpatrio in Libia con volo di Stato da parte del governo italiano, che ha scatenato un terremoto politico.

Lo scorso 12 maggio il cancelliere della CPI, Osvaldo Zavala, ha ricevuto una dichiarazione presentata dal governo libico in cui si dichiara l’accettazione da parte della Libia della giurisdizione della CPI rispetto ai presunti crimini commessi all’interno sul suo territorio dal 2011 al 2027. La Libia non fa parte né dei Paesi firmatari né ha aderito ai Trattati di Roma, la decisione del governo presieduto dal primo ministro Abdul Hamid Ddeibah di riconoscere la giurisdizione della CPI potrebbe quindi essere una mossa per colpire ed eliminare Almasri, che fa parte delle milizie rivali a governo di Tripoli, soprattutto dopo che, sempre lo scorso maggio, le brigate fedeli a Ddeibah hanno ucciso in un’imboscata Abdel Ghani Al Kikli, capo delle SSA potenti alleate delle Radaa, e le milizie governative hanno ottenuto diverse vittorie a Tripoli.

Dietro l’arresto di Almasri ci sarebbe anche l’accordo di cessate il fuoco, mediato dalla Turchia, siglato tra il Governo di Unità Nazionale (GNU) e le Radaa, le Forze speciali per il contrasto al terrorismo e al crimine organizzato nate nel corso della prima guerra civile araba di cui fa parte Almasri. L’accordo, secondo quanto riportato da Claudia Gazzini senior analyst per la Libia dell’International Crisis Group a Nigrizia, avrebbe previsto la destituzione di Almasri dal ruolo di capo della polizia giudiziaria e la sua sostituzione con una figura negoziata dal Consiglio presidenziale di Tripoli.

La notizia ha provocato un domino di dichiarazioni nella politica italiana. «Non me ne sto occupando» ha dichiarato laconico il ministro degli Esteri Antonio Tajani, citato dall’Agi. «Le autorità libiche hanno ordinato l’arresto di Almasri, per tortura e omicidio - ha detto la segretaria del PD Elly Schlein - Lo stesso criminale che Meloni, Nordio e Piantedosi hanno liberato e riaccompagnato a casa con un volo di Stato». «La giustizia libica ha arrestato il generale Almasri per torture sui detenuti - ha dichiarato il presidente di Iv Matteo Renzi - Anche la polizia italiana lo aveva fatto, per lo stesso reato, quasi un anno fa. Ma Giorgia Meloni e Carlo Nordio hanno scelto di liberare Almasri e gli hanno pagato un volo di Stato con tutti gli onori». «Che umiliazione per il governo Meloni - ha commentato Giuseppe Conte presidente del M5S - Alla fine Almasri, un torturatore con accuse anche per stupri su bambini, è stato arrestato in Libia».

Fonti di Palazzo Chigi hanno diffuso una velina nella quale si comunica che «l’esecutivo italiano era bene a conoscenza dell’esistenza di un mandato di cattura emesso dalla Procura Generale di Tripoli a carico di Almasri già dal 20 gennaio 2025» ciò «ha costituito una delle fondamentali ragioni per le quali il governo italiano ha giustificato alla CPI la mancata consegna di Almasri e la sua immediata espulsione proprio verso la Libia».