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armi chimiche italia
Il ministero della giustizia, tramite una circolare del Dap, ha trasmesso ai provveditori regionali il nuovo piano nazionale per eventi con armi o agenti di tipo chimico, biologico, radiologico e nucleare. Sono le linee guida fornite dal Ministero dell'Interno - Commissione Interministeriale Tecnica per la Difesa Civile, che disciplinano le misure di carattere generale da porre in essere in caso di questi terrificanti scenari. Gli organi decisionali nazionali sono i Ministri per i settori di competenza e il Consiglio dei Ministri (CDM), per gli atti di indirizzo politico. Il DPCM 5 maggio 2010, e successive modifiche, definisce l'organizzazione nazionale per la gestione di crisi ed identifica i seguenti organismi: il Comitato Politico Strategico (Co. P. S.), il Nucleo Interministeriale Situazione e Pianificazione (N. I. S. P.), la Commissione Interministeriale Tecnica per la Difesa Civile (C. I. T. D. C.). In caso di necessità, e se ritenuto opportuno, il Presidente del Consiglio dei Ministri convoca il Co. P. S. Tale Comitato valuta gli elementi di situazione, esamina e definisce i provvedimenti da sottoporre all'approvazione del Consiglio dei Ministri e autorizza in via temporanea, quando necessario, l'adozione di misure di contrasto, nel rispetto degli indirizzi generali governativi e dei trattati ed accordi internazionali. Il Co. P. S., a sua volta, può decidere se attivare il N. I. S. P per il coordinamento delle Amministrazioni centrali per la gestione della crisi. Prendiamo in esame l’attacco radiologico e nucleare. Il Piano nazionale sottolinea che per evento di tipo radiologico si intende la diffusione nell'ambiente di materiali radioattivi in grado di arrecare danni biologici all'uomo. Il danno prodotto può essere dovuto all'irradiazione corporea esterna causata da sorgenti emettitrici, oppure alla contaminazione interna attraverso l'inalazione delle sostanze radioattive . Tale attacco può comportare danni gravi, evidenti ed immediati a carico dei soggetti esposti, a differenza degli attacchi di tipo Biologico e Radiologico i cui effetti si presentano invece dilazionati nel tempo. Per questi, la procedura d'intervento non è sostanzialmente differente per le fasi di inattivazione della potenziale fonte di pericolo, ma differisce per gli aspetti sanitari. L'immediato intervento operativo compete ai Vigili del Fuoco, eventualmente coadiuvati dalle Forze dell'Ordine, dalle Forze Armate e dai Corpi Armati dello Stato. Ma veniamo a come proteggersi. Per ripararsi da una radiazione o da un attacco in genere all'interno di un edificio, cercare riparo al centro di una stanza priva di finestre. Il luogo ideale che può essere considerato sicuro dal pericolo di radiazioni Gamma è quello in cui non è possibile la ricezione di trasmissioni radio in Modulazione di Frequenza (FM) in quanto le radiazioni Gamma hanno le stesse caratteristiche delle onde radio. Se possibile, riscaldare la stanza in quanto l'aria calda ostacola la penetrazione dei contaminati. Usare le risorse disponibili per proteggere i polmoni ( mediante un fazzoletto) e difendere il corpo dalle radiazioni muovendosi dietro un muro. Anche l'utilizzo di una mascherina chirurgica può contribuire ad abbattere le sostanze contaminanti presenti nell'aria. Infine chiudere gli accessi d'aria, ivi comprese le fessure degli infissi, anche con metodi speditivi (carta, nastro adesivo ecc.). Per quello nucleare, c’è poco da fare. Il Piano spiega che un'esplosione produce una quantità altissima di materiale radioattivo, la maggior parte del quale per induzione. Il materiale viene portato in quota dagli effetti meccanici dell'esplosione, l'altezza dipendendo dalla potenza dell'esplosione e dalla quota di scoppio. Il materiale sollevato ricade nel tempo sottovento, anche a distanze notevolissime dal punto di esplosione. In linea teorica, il materiale più leggero potrebbe fare anche più volte il giro del pianeta prima di ricadere al suolo. La ricaduta di questo materiale sottovento contamina il territorio con valori di irraggiamento gamma, ma anche alfa e beta, che in zona di massima distruzione non sono compatibili con la vita biologica e nel rimanente territorio contaminato possono produrre effetti fatali sulla vita delle persone, degli animali e delle piante, con conseguenze che potrebbero durare decenni.