Il crepuscolo politico di Andrew Cuomo sta tutto nella tragica dissolvenza incrociata tra l’eroe anti- pandemia adorato dai newyorkesi e il molestatore seriale emarginato dal suo partito. Un declino avvenuto in pochi mesi che si è consumato nel mesto messaggio di commiato rivolto ai suoi elettori con cui annuncia le dimissioni da governatore di New York: «Chiedo scusa e assumo le mie responsabilità, ho deciso di lasciare per le mie figlie».

Denunciato da 11 donne che lo accusano di molestie sul luogo di lavoro, l’ex governatore non aveva nessuna intenzione di abbandonare la poltrona, fin dall’inizio ha denunciato «manovre politiche», dietro le inchieste, giurando di non aver mai passato il segno con le sue collaboratrici. Ma la bufera mediatica che si è abbattuta su di lui nel corso delle settimane è diventata insostenibile, con lo stesso presidente Joe Biden che gli ha chiesto di fare ufficialmente un passo indietro per non creare ulteriori imbarazzi ai democratici.

La procuratrice generale di Letitia James ha pubblicato un nuovo rapporto che lo accusa di aver tenuto «comportamenti inappropriati» con alcune donne del suo staff. Per esempio la sua vecchia assistente Lindsey Boylan, alla quale avrebbe proposto «una partita di strip poker» a bordo del suo jet privato. O la collaboratrice Charlotte Bennet alla quale avrebbe chiesto se avesse mai avuto relazioni con uomini più anziani tentando di darle un bacio. Avrebbe tentato di baciare durante un matrimonio a cui erano invitati anche la conoscente Anna Ruch; i due sono anche stati fotografati e nelle immagine si vede l’ex governatore che appoggia una mano sulle spalle della donna, anche se lei lo ha denunciato per averle «toccato il fondoschiena».

Tra le donne che lo hanno chiamato in causa c’è anche una poliziotta di servizio nel suo ufficio che sarebbe stata molestata in un ascensore: «Mi toccò il collo e la schiena, poi la pancia e il calcio della mia pistola», afferma l’agente di polizia. Denunce ritenute «inconsistenti» dai suoi avvocati ma che gli hanno alienato qualsiasi sostegno all’interno del partito, Nonostante i principali organi di informazione lo descrivano come una specie di maniaco, Cuomo per ora non è stato rinviato a giudizio ed è tecnicamente un presunto innocente. Almeno per il diritto penale, non per la vox populi e per il tritacarne mediatico che lo ha già condannato e impallinato prima del processo dall’ondata del metoo che mai era arrivata a colpire un politico così in vista.

In attesa che la giustizia confermi o smonti le accuse, l’unica vittima sicura di tutto l’affaire è proprio Andrew Cuomo, costretto a terminare nella polvere la sua carriera politica. E dire che a inizio anno c’era anche chi parlava di lui come possibile candidato alla Casa Bianca. Ora sarà fortunato se gli americani si dimenticheranno di lui.

C’è da dire che l’ex governatore ha gestito in modo catastrofico tutta la vicenda con dichiarazioni imbarazzanti, da autentico “boomer” come si dice oggi in gergo, che gli hanno praticamente scavato la fossa. «Non sono un molestatore, sono un uomo italo- americano che ha abbracciato e baciato in modo disinvolto», ha detto poche ore prima delle dimissioni sugli schermi di Fox news. Parole che in un sol colpo hanno fatto infuriare milioni di donne e milioni di italiani, equiparati a satiri dalla mano morta incapaci di trattenere i propri impulsi. Ma che non ne fanno un molestatore.