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Ancora morti in mare nel Mediterraneo, in coincidenza con il periodo di Natale. Nell’Egeo sono almeno 27 i morti per due naufragi, avvenuti giovedì e venerdì. E mentre continuano gli sbarchi sulle coste italiane anche per le condizioni meteo favorevoli nel Mediterraneo centrale, con oltre 400 migranti sono sbarcati nel crotonese, in Libia 27 corpi sono giunti a riva sulla costa di Khoms: probabilmente si tratta di persone annegate recentemente, e fra loro ci sono un bambino e due donne. Il primo naufragio nell’Egeo risale a giovedì sera: un’imbarcazione a vela ha colpito un isolotto roccioso circa 235 chilometri a sud di Atene, vicino all’isola di Anticitera: 11 i morti e 90 i sopravvissuti - 52 uomini, 11 donne e 27 bambini - salvati dalla Guardia costiera dopo ore trascorse sull’isolotto. Il naufragio della vigilia di Natale, invece, è avvenuto a 8 chilometri dall’isola greca di Paros: qui un’imbarcazione a vela carica di migranti si è capovolta, lasciando un bilancio di 16 morti e 63 salvati; i sopravvissuti hanno raccontato alla Guardia costiera che a bordo viaggiavano circa 80 persone. In Libia, poi, la straziante scoperta lungo la costa di Khoms. Ventisette corpi senza vita, fra cui quelli di un bambino e due donne, sono stati trovati in riva al mare, mentre altri tre migranti sono stati salvati. La Mezzaluna rossa, organizzazione musulmana equivalente alla Croce rossa, ha pubblicato delle immagini che mostrano alcuni corpi che galleggiano nel Mediterraneo e poi lo staff che li chiude in borse nere per la sepoltura. Dare una sepoltura a queste persone è una sfida per le autorità locali, non abituate a gestire situazioni del genere: «Perlopiù possono gestire uno o due corpi, non tanti come oggi», spiega il dottor Osama al-Saket, direttore dell’ospedale di Khoms nel cui obitorio i corpi sono stati portati. Recentemente c’è stato un aumento di tentativi di attraversamenti del Mediterraneo in partenza dalla Libia, in coincidenza con una repressione violenta da parte delle autorità sui migranti nella capitale Tripoli. Secondo l’agenzia Onu per le migrazioni, sono circa 1.500 i migranti annegati quest’anno nella rotta del Mediterraneo centrale. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha riferito che questo mese oltre 160 migranti sono annegati in due diversi naufragi al largo del Paese nordafricano. I trafficanti di esseri umani hanno tratto beneficio dal caos seguito alla rivolta del 2011, appoggiata dalla Nato, che ha portato alla caduta e all’uccisione di Muammar Gheddafi. Da allora il Paese nordafricano è emerso come punto di partenza della rotta verso l’Europa per chi fugge da povertà e guerre civili in Africa e Medioriente. I migranti che vengono bloccati dalla cosiddetta guardia costiera libica vengono riportati indietro e messi in centri di detenzione, dove si registrano abusi, compresi lavori forzati, pestaggi, stupri e torture. Gli abusi spesso sono accompagnati dai tentativi di estorcere denaro alle famiglie per consentire ai migranti di imbarcarsi. A ottobre gli investigatori a cui l’Onu ha commissionato un’indagine hanno riferito di avere riscontrato che le sparizioni forzate e le violenze contro i migranti nelle prigioni libiche potrebbero costituire crimini contro l’umanità. Intanto sono terminate le operazioni di ricerca del barchino, con a bordo 27 migranti, in corso ormai da due giorni. La piccola imbarcazione è stata individuata poche ore fa sulla costa crotonese. Tutti in buone condizioni i 27 migranti. È quanto riferisce la Guardia costiera in una nota. La prima segnalazione, scattata nel pomeriggio del 23 dicembre, con l’unità che navigava all’interno dell’area SAR maltese, era giunta anche al Centro Nazionale di soccorso della Guardia costiera italiana di Roma. Le operazioni di ricerca, coordinate dalla Guardia costiera italiana - spiega la nota - sono iniziate nel pomeriggio del 24 dicembre, con il barchino avvistato da un velivolo Frontex all’interno dell’area Sar italiana. Il centro nazionale di soccorso ha dapprima attivato i mercantili presenti in zona, inviando successivamente la motovedetta CP325 della Guardia Costiera di Pozzallo. Le ricerche, conclusesi da poco con il ritrovamento dell’unità lungo la costa crotonese, erano proseguite tra il 24 e il 25, con il coinvolgimento da parte del Centro nazionale di soccorso della Guardia Costiera Italiana anche di velivoli della GdF e della Marina militare, nonchè di un aereo ATR42 e di Nave Dattilo della Guardia Costiera. Assai intensa è stata l’attività operativa in cui è stata impegnata la Guardia Costiera italiana a cavallo delle festività natalizie, anche in ragione delle condizioni meteomarine favorevoli registrate nel Mediterraneo centrale.