Il mar Ionio ha restituito altri due corpi. E si tratta di due bambini, che fanno salire a 70 il triste bilancio delle vittime del naufragio di migranti di domenica scorsa. Continua nel frattempo la ricerca dei dispersi, che secondo le stime dovrebbe essere tra 27 e 47 le persone. Proseguono parallelamente anche le indagini della procura sui mancati soccorsi: nel mirino il rimpallo di responsabilità tra Guardia Costiera, Guardia di Finanza e Frontex. Il Pd chiede chiarezza.

«È stato trovato oggi sulla spiaggia il corpo di un altro bambino vittima del naufragio di Cutro. È uno strazio che mi colpisce nel profondo. Una preghiera per questo piccolo e per tutte le altre vittime di questa tragedia. Il Governo si batterà con ancora maggiore determinazione per fermare la tratta di esseri umani e impedire che altre tragedie come queste si ripetano», ha scritto su Facebook la premier Giorgia Meloni.

Incidente probatorio per i sopravvissuti a strage

La Procura di Crotone chiederà nei prossimi giorni l’incidente probatorio, per ascoltare i superstiti. Secondo quanto riporta la Gazzetta del Sud, già nelle prossime ore, il pm Pasquale Festa, titolare del fascicolo, avanzerà la richiesta di incidente probatorio al gip del Tribunale di Crotone, Michele Ciociola. La procura vuole infatti ricostruire l’attività degli scafisti e lo schianto del caicco sulla secca.

De Micheli: “Guardia costiera? Non attivata emergenza”

«La Guardia costiera, quando ha segnalazione del rischio, va a salvare le persone ovunque. Nella notte di Cutro non c’è stata l’attivazione dell’emegenza. Chi è in prima linea decide in dieci minuti e prende sempre l’iniziativa con gli elementi che ha. La Guardia costiera rispetta sempre le regole del mare, con centinaia di migliaia di salvataggi. Non giudicherei mai negativamente in via preventiva la Guardia costiera. La magistratura individui i fatti», ma «le parole di Piantedosi sui genitori irresponsabili dei piccoli naufraghi sono inaccettabili e insopportabili»,  ha dichiarato Paola De Micheli, ex ministra dem delle Infrastrutture, a Repubblica.

«Da ministra delle Infrastrutture provai a correggere l’eredità del governo di M5S e Lega. In quell’esecutivo comandava Salvini, vigeva la disastrosa logica securitaria dei porti chiusi – ha sottolineato -. Da ministra delle Infrastrutture ho scritto un atto di indirizzo che recepisse le modifiche al codice della navigazione internazionale per il salvataggio in mare. Con quel mio provvedimento c’era la copertura giuridica totale anche da parte dell’Italia sulle procedure internazionali già comunque applicate. La stella polare era: le operazioni di salvataggio devono scattare a qualsiasi condizione».