«L'Europa» ha detto il presidente del Senato Casellati «ha un dovere morale nei confronti di tutti coloro che hanno collaborato al progresso civile dell'Afghanistan. Vent'anni non sono passati invano! Sarebbe sbagliato ritenere che tutto sia rimasto uguale e ci troviamo all'anno zero. Non è così. L'immenso lavoro svolto dai nostri militari e dal mondo della cooperazione e dell'associazionismo nazionale e internazionale deve poter continuare a produrre i suoi frutti attraverso il periodo buio che ci aspetta». «Solo così - ha proseguito la seconda carica dello Stato - è possibile rendere il doveroso omaggio ai nostri caduti, che hanno dato la vita per l'affermazione dei valori nei quali crediamo e per restituire la dignità, la consapevolezza dei diritti fondamentali della persona, a chi non l'aveva». «Mi sta particolarmente a cuore il riconoscimento dei diritti delle donne. In questi anni abbiamo imparato a conoscere e amare un'intera generazione di giovani afghane cresciute libere, e le loro madri che hanno dovuto combattere per conquistare i diritti e sono diventate parlamentari, insegnanti, imprenditrici, artiste, sportive, giornaliste, magistrati, attiviste per i diritti umani, lavoratrici in ogni settore della vita civile. Sono loro, oggi, il primo bersaglio di una involuzione politica e culturale». Di qui l'appello della presidente del Senato a non «abbandonare le donne al loro destino». «Oggi il mio pensiero - ha quindi aggiunto - va ai bambini, ai più fragili, e alle donne, a cui viene negato il diritto fondamentale all'istruzione, che non si arrendono, che si oppongono ai divieti e all'ignoranza. Io mi inchino a loro, alle loro famiglie, ai volontari che operano a loro supporto, con coraggio, sul campo. A chi è rimasto a Kabul. Sono loro, più di tutti, a celebrare e a praticare ogni giorno i princìpi del mondo libero. La giustizia e l'amore per la vita».