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GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI
«In uno Stato di diritto non possono esistere zone franche». La frase è di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio. Lo spunto è offerto, ovvio, dallo sgombero del Leoncavallo. «La legalità non ammette eccezioni» è il mantra con cui da ieri il governo spiega il blitz che ha sfrattato, in anticipo sulla data prevista, lo storico centro sociale milanese. E per carità, nessuno qui vuole sostenere il contrario. Nessuno si sogna di inneggiare all’illegalità, alla flessibilità dello Stato di diritto. I diritti vanno garantiti. Sempre. A proposito: e il carcere? Ricordate, cara presidente Meloni, caro ministro Nordio, che legalità significa rispetto delle norme, di tutte le norme? Avete presente che alcune norme precedono le altre, sono basilari e sono inserite nella Costituzione? Avete mai sentito parlare dell’articolo 27, che proprio nella Costituzione sancisce l’obbligo, per lo Stato, di garantire che la pena venga scontata in condizioni di «umanità»?
In attesa di risposta, vi agevoliamo e proponiamo una sorta di multiple choice, il test preliminare che in genere viene somministrato ai candidati nei concorsi pubblici. Risposta A): sapete tutto, cos’è lo Stato di diritto e cos’è l’umanità della pena, ma non v’importa granché; e allora però dovreste usare la cortesia di evitare affermazioni del tipo “lo Stato di diritto non ammette eccezioni” perché voi le eccezioni le ammettete eccome (non solo voi, intendiamoci, la disumanità nell’esecuzione penale è una prassi consolidata da mezzo secolo) e non ci pare il caso di proclamare il contrario. Risposta B): non sapevate nulla, vi era sfuggito tutto, incluso l’articolo 27 terzo comma, non ne avevate mai sentito parlare; la legge non ammette ignoranza, certo, figurarsi per un componente del governo, ma magari fate in tempo a rimediare. L’estate dei 40 gradi nelle celle senza un filo d’aria e con sette reclusi pigiati dove ce n’entravano un paio non è ancora finita.