PHOTO
Non hanno voluto far mancare il loro sostegno ad Armando etto le Camere penali calabresi, con un comunicato in cui esprimono tutta la loro vicinanza all’avvocato assolto ieri.
«Armando Veneto, vessillo e guida dell'avvocatura calabrese e nazionale, è stato assolto dalla Corte di appello di Catanzaro – scrivono le toghe – È dunque arrivato anche il riconoscimento del sistema che si era attivato per strappargli la toga e l’onore del grande avvocato. È un giorno fausto per tutti noi. E per i molti altri che non hanno mai pensato che servisse una sentenza per sapere dell'estraneità all'accusa infamante rivolta ad un uomo di impareggiabili qualità umane, intellettuali, professionali».
E ancora. «I penalisti italiani non gli hanno mai fatto mancare il calore e la vicinanza e il sostegno durante i quattro anni di calvario trascorsi nell'attesa che la macchina infernale del processo all'innocente si inceppasse finalmente e si svelasse insulsa, indecifrabile, ciecamente violenta. Vergognosa in una parola – continua il comunicato firmato per il coordinamento delle camere penali calabresi dall’avvocato Giuseppe Milicia – Ma la sentenza di oggi non cancella la condanna del processo ingiustamente inflitta, quella che non ha rimedio, che colpisce e umilia ancor più intensamente quando, come nel caso di Armando Veneto, è certo che un processo non poteva nemmeno essere iniziato».
Non solo. «È però accaduto che un uomo degno per virtù ed opere ma scomodo per passione civile irriducibile e coraggio, abbia avuto in sorte di incrociare la miseria etica del pregiudizio, del fanatismo belligerante che ottenebra menti devastate dal cancro del sospetto – si insiste – Così come infinite volte lui, campione nella contesa per il cittadino accusato, l’Avvocato Veneto ha avuto a fianco difensori valorosi e tenaci che hanno saputo misurarsi con le insidie del pre-potere capace di imbastire un processo senza prove ma con un bersaglio preciso; ed hanno saputo arginare la spinta pre-potente verso un risultato che suonasse da monito per tutti noi. A loro va nostra gratitudine».
E la gioia finale. «È un giorno fausto ma i nostri pugni sono serrati e la tensione non si scioglie. Non dimentichiamo, non possiamo dimenticare. Non dimenticheremo».