Se non sei in grado di combatterlo politicamente, denuncialo. Così, una parte della sinistra italiana pensa di ovviare alla penuria di forza parlamentare, figlia della carestia di voti, per guadagnarsi uno strapuntino di diritto di tribuna. Non in Parlamento o nelle piazze, come farebbe un’organizzazione politica radicale, ma in Procura. È la nuova via giudiziaria al socialismo seguita da alcuni leader della galassia che galleggia alla sinistra del Pd.

Giovanni Donzelli straparla in Aula rivelando probabili segreti d’ufficio sulla detenzione di Alfredo Cospito di cui era venuto a conoscenza dal sodale di partito e sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro? L’opposizione salirà sulle barricate di Montecitorio fino alle dimissioni dell’esponente di FdI, chiamando a raccolta “il popolo” se necessario, si aspetterebbe un elettore. Invece no: la minoranza, incarnata da Angelo Bonelli (Alleanza verdi-sinistra) presenta un bell’esposto ai pm lasciando che sia la magistratura a lavorare ai fianchi del governo.

Ma non finisce qui. Settantadue migranti vengono fatti morire in maniera ignobile davanti alle nostre coste? Di certo la sinistra sinistra organizzerà un picchetto a oltranza sotto il Viminale fino a un chiarimento inequivoco del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, verrebbe da pensare. Ancora no: ad Angelo Bonelli (sempre lui) e Nicola Fratoianni (sempre Avs) non viene in mente niente di meglio che presentarsi al posto di polizia del Senato per depositare un nuovo «esposto con cui chiediamo alla Procura di Roma, non di Crotone, di aprire una indagine sulle responsabilità ministeriali riguardo alla tragica sventura avvenuta a Crotone».

Con buona pace dell’egemonia culturale, quella che dovrebbe essere l’ala radicale del Parlamento si affida ancora alle toghe per dare un senso al proprio ruolo politico: i querelanti. Un vizio che ha ormai ha intaccato persino la sinistra extraparlamentare dura e pura. Quel che rimane di Rifondazione comunista ha infatti dato mandato ai propri «legali di predisporre un esposto alla Procura della Repubblica affinché siano perseguiti tanto i responsabili istituzionali quanto l’intera catena di comando» sui fatti di Crotone. «Che finiscano alla sbarra i mentitori di Stato», “tuona” una nota firmata dal segretario Maurizio Acerbo. Ma il “questurino” non era Piantedosi?