Silvio Berlusconi è stato assolto dal processo Ruby ter perché “il fatto non sussiste” ma per lo psicanalista Massimo Recalcati il verdetto del tribunale di Milano è carta straccia. Ce lo spiega nell’incredibile commento apparso sulle colonne di Repubblica, un sermone che piacerebbe alla guida suprema iraniana Alì Khamenei per quanto faccia a pugni con l’idea stessa di democrazia: «Il nostro tempo ha perso il significato profondo della Legge accentuando il valore delle regole». spiega Recalcati per il quale «la negazione della Legge si sposa nella vera perversione con la negazione della verità» come dimostra l’assoluzione del Cav dovuta a «un vizio di procedura».

Viene quasi il mal di testa a seguire il ragionamento dell’autore, convinto che Berlusconi oltre a essere indubbiamente colpevole, esprima «la cifra psicopatologica di un’epoca» e la vocazione perversa» della nostra società. E fa impressione vedere uno studioso colto e brillante come Recalcati mandare al macero lo Stato di diritto e le sue norme (per lui vizi di forma), solo perché è incazzato nero con i giudici che hanno assolto il Cavaliere.

La confusione tra morale e diritto, è il sigillo di ogni dittatura con i suoi tribunali che condannano in nome di Dio, del monarca o del popolo sovrano, ignorando le garanzie della difesa e la coerenza dei codici. In questo orizzonte tirannico e fazioso contano solo la Legge e la Verità, scritte e pensate rigorosamente con la maiuscola, minacciose e immutabili come prescrizioni divine e vendette bibliche. «Scritte nella carne del cuore», ci ammonisce l’eclettico Recalcati citando non a caso la Torah.

È proprio vero che l’antiberlusconismo fa smarrire il senno anche alle menti più acute, e se fosse quella la vera “patologia del nostro tempo”?