Sembra incredibile ma in Italia, il Paese dove “la mamma è sempre la mamma”, i figli non sono sempre figli perché se sono figli di donne che hanno condanne da scontare in carcere, possono diventare piccoli detenuti. Questi figli non sono bambini da tutelare ma sono bambini “colpevoli” di essere nati da donne che hanno commesso reati.

La proposta di legge presentata quasi due anni fa dall’onorevole Paolo Siani e che non riuscì per pochi giorni a diventare legge nella scorsa Legislatura, è stata ritirata dai nuovi proponenti. In commissione Giustizia della Camera, infatti, è stato tentato il “blitz” dello stravolgimento della stessa attraverso la presentazione di emendamenti che non solo svuotano di senso e contenuto la proposta di legge, che mirava ad evitare il carcere alle donne condannate madri di bambini piccoli, istituendo apposite case famiglia finanziate dallo Stato, ove far trascorre la detenzione in piena sicurezza senza alterare incisivamente il rapporto genitoriale, ma finanche peggiorano la normativa esistente, già decisamente scadente.

E allora, in conseguenza degli emendamenti della destra Cristiana, si è ritirata la proposta di legge e si è deciso che l’Italia è uno Stato che non protegge i bambini nonostante la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea – Carta a cui l’Italia deve rispetto- stabilisca all’art. 24 che “i bambini ( tutti) hanno diritto alla protezione e alle cure necessarie per il loro benessere”…. e che “in tutti gli atti relativi ai bambini, l’interesse superiore del bambino deve essere considerato preminente”.

L’Italia, quindi, oggi si presenta irrispettosa dei doveri morali e giuridici nei confronti dei bambini che – si ritiene- debbano essere lasciati in carcere perché le loro madri potrebbero eventualmente essere pericolose per la società poiché potrebbero andare in giro a rubare portafogli nelle metropolitane. I fini giuristi della commissione Giustizia hanno evidentemente ritenuto che l’interesse a non subire il furto del portafogli sia un interesse preminente rispetto a quello del bambino a non crescere - e talvolta a non nascere - in carcere.

Con certi emendamenti e con certe posizioni rispetto ai soggetti più indifesi che possano esistere si sceglie che Paese si vuole essere e l’Italia ha scelto di essere un Paese di cui vergognarsi. Sono 26 - attualmente - i bambini in carcere che subiscono danni irreparabili dalla detenzione a cui possiamo solo chiedere scusa