Un detenuto al 41 bis, Filippo Griner, quando era recluso al carcere di Sassari, ha fatto istanza alla direzione del carcere per l’acquisto di alcuni giornali, in particolar modo Il Dubbio e Il Riformista. Ma gli è stata respinta. Tramite il suo avvocato difensore Giangregorio De Pascalis del foro di Trani, ha fatto ricorso al magistrato di Sorveglianza di Sassari. Quest’ultimo, con l’ordinanza emessa il 2021, ha accolto la richiesta del detenuto, ordinando alla direzione di acconsentire l’acquisto dei giornali, anche se non compresi fra quelli inseriti nel sopravvitto. Nel frattempo, però, Griner è stato trasferito alla sezione del 41 bis del carcere di Viterbo. Nonostante l’ordinanza sia stata trasmessa al penitenziario dove si trova attualmente, la direzione non gli consente l’acquisto.

«Alla data odierna, al Griner non è ancora consentito fruire degli anzidetti quotidiani il, cui acquisto risulta evidentemente inibito in totale spregio del fondamentale diritto del detenuto all’informazione, a sua volta riconducibile alla libertà di manifestazione del pensiero di cui costituisce una precondizione», denuncia l’avvocato De Pascalis. Eppure le argomentazioni del magistrato di sorveglianza sono chiare, sottolineando che «non appaiono sussistere esigenze di prevenzione giustificanti il divieto d’acquisto dei quotidiani e delle riviste indicati dal detenuto (Il Dubbio e Il Riformista, ndr) - purché a tiratura e a diffusione nazionali - giacche gli stessi saranno acquistati tramite l’impresa di mantenimento e sottoposti al visto di controllo». Pertanto – prosegue il magistrato di sorveglianza nell’ordinanza - «con riguardo ai fondamentali criteri di valutazione indicati dalla Corte Costituzionale con la nota sentenza n. 143/2013, alla soppressione di un diritto soggettivo non fa riscontro un incremento della sicurezza».

L’ordinanza accoglie la parziale disapplicazione della circolare del Dap del 2017 che aveva unificato le regole per tutti i 41 bis. Un problema che ai tempi sollevò proprio questo giornale. A pagina 51 della circolare emanata dal Dap, in fatti, c’è la tabella dove vengono riportati nero su bianco tutti i quotidiani nazionali e le riviste consentite. In tal modo, al 41 bis, i detenuti possono acquistare La Repubblica, Il Corriere della sera, Il Giornale, Il Giorno, Il Messaggero, Il Sole 24ore, il Fatto Quotidiano e Italia Oggi. Però vengono esclusi Avvenire, il manifesto, Il Foglio, Il Dubbio e Il Mattino, quotidiani a tiratura nazionale che, seppur diversi tra loro, portano avanti delle critiche riguardante il nostro sistema penale. Per quanto riguarda le riviste, i detenuti al 41 bis hanno varie scelte: da Chi, Di Più, passando per Diva, la Settimana Enigmistica, Panorama e l’Espresso. Mentre non compare Ristretti Orizzonti, una rivista – conosciuta soprattutto tra gli addetti ai lavori e giornalisti che si occupano di questi temi - realizzata in carcere a Padova e che informa sulla giustizia e sull’esecuzione della pena.

Nel recente rapporto sul 41 bis, anche il Garante Nazionale ha sollevato il problema, osservando che i limiti dettati all’acquisto di quotidiani, sia per la tipologia consentita, “a più ampia diffusione nazionale”, sia per la possibilità di ricezione, connessa al turno della distribuzione degli articoli acquistati al sopravvitto, «ne determinano la compressione, senza alcuna ragionevole connessione alle esigenze preventive che stanno a fondamento del regime speciale». E fa l’esempio del carcere di Novara, dove non è consentito l’acquisto di quotidiani come appunto Il Dubbio, ma anche il Domani o il manifesto, evidentemente ritenuti di diffusione limitata. Eppure recenti ordinanze della magistratura di sorveglianza, come il caso di Griner, hanno acconsentito all’acquisto. Però alcune direzioni, come al carcere di Viterbo, continuano a disattenderle.