Ilaria Salis ha lasciato il carcere di Budapest dove si trovava dal febbraio 2023 per essere trasferita agli arresti domiciliari, dove dovrà portare il braccialetto elettronico fino all’esito del processo.

L’immagine dell’insegnante italiana portata davanti ai giudici in ceppi e guinzaglio non si vedrà più nel processo in cui è imputata per avere aggredito alcuni militanti neofascisti: con l’assegnazione ai domiciliari, Salis non dovrà comparire in aula con guinzagli e catene come avvenuto fino ad ora. Già nell’udienza fissata per domani mattina durante la quale saranno ascoltati una delle vittime della presunta aggressione e due testimoni dell’accusa.

Dunque, da oggi l’insegnante candidata alle europee da Avs parteciperà per quanto possibile alla campagna elettorale dai domiciliari, come disposto nei giorni scorsi dal tribunale di seconda istanza di Budapest che aveva accolto il ricorso dei legali ungheresi respinto in prima battuta. Il pagamento della cauzione di 40mila euro, passaggio necessario per lasciare il carcere, è stata effettuato al tribunale e alla terza udienza del processo prevista domani si presenterà col braccialetto elettronico. I suoi legali Eugenio Losco e Mauro Straini sono giunti nella capitale ungherse per incontrarla nell’abitazione dov’è ai domiciliari dopo la scarcerazione. Il loro obbiettivo, spiegano all’AGI, è che torni al più presto libera e possa rientrare in Italia «dal momento che non ci sono esigenze cautelari a suo carico». Per questo presenteranno a breve un’istanza di revoca di ogni misura restrittiva.