LA PROCURATRICE DI VERBANIA: «MA IL QUADRO INDIZIARIO REGGE»

Non andranno ai domiciliari i due indagati nell’ambito della vicenda del Mottarone, Luigi Nerini ed Enrico Perrocchio, rispettivamente titolare e direttore d’esercizio della funivia che precipitò il 23 maggio dello scorso anno causando 14 vittime. La Corte di Cassazione, infatti, ha annullato con rinvio l’ordinanza con cui il Tribunale del Riesame di Torino a fine ottobre aveva accolto il ricorso della procura di Verbania e disposto la misura cautelare.

Nel caso di Perocchio, in particolare, la Corte ha annullato l’ordinanza limitatamente alla scelta della misura da applicare, ritenendone evidentemente legittima una meno afflittiva. Inizialmente a rimettere in libertà i due indagati – sottoposti a fermo insieme al caposervizio Gabriele Tadini nei giorni successivi al disastro – fu la gip Donatella Banci Buonamici, alla quale fu in seguito “scippato” il fascicolo. La sua decisione infatti fece gridare allo scandalo e una settimana dopo ne seguì la sostituzione da parte dell’allora presidente del presidente del Tribunale di Verbania Luigi Montefusco, che riassegnò il fascicolo alla giudice Elena Ceriotti.

Gli arresti domiciliari, invece, erano stati inflitti a Tadini, che aveva confessato di aver disattivato i freni di emergenza della funivia, inserendo i “forchettoni”. La Procura di Verbania aveva quindi impugnato la decisione della gip Banci Buonamici di fronte al Riesame di Torino, che aveva disposto le misure sulla base di due esigenze cautelari: pericolo di reiterazione del reato e inquinamento delle prove. Ma né Nerini né Perocchio sono mai andati ai domiciliari: il ricorso in Cassazione delle difese aveva sospeso l’esecutività dell’ordinanza del Riesame.

Adesso la Cassazione ha annullato quella decisione e rinviato gli atti a Torino per una nuova decisione, attesa in autunno.

A definire «soddisfacente» la decisione della Cassazione, è Olimpia Bossi, la procuratrice di Verbania che da quasi un anno coordina l’inchiesta.

«Il quadro accusatorio ha retto», commenta Bossi. Ma in attesa delle motivazioni che saranno depositate entro 30 giorni, bisogna distinguere tra le due posizioni: «Per quanto riguarda Enrico Perocchio - sottolinea la procuratrice - la Cassazione, rinviando per la sola rivalutazione del tipo di misura cautelare da applicare, ha di fatto confermato il quadro indiziario, e ha dato esito positivo alla nostra impostazione. Per quanto riguarda Nerini siamo di fronte ad un annullamento con rinvio, anche in questo caso il quadro indiziario regge altrimenti ci sarebbe stato un annullamento senza rinvio».

Ma a quasi un anno dalla tragedia che ha scosso l’Italia, più che le esigenze cautelari nei confronti degli indagati, l’attenzione si concentra sull’esito delle perizie, il cui deposito è atteso il 30 giugno prossimo. «Tra poco - conclude la procuratrice - ci spetta un brutto anniversario. Speriamo che la tempistica delle perizie sia rispettata».