Riunione tesa ma corretta. Il tesoriere Vaccaro: «Ho dovuto trasferire soldi sul mio conto perché quello ufficiale aveva limiti d’importo troppo bassi per i bonifici in home banking »

«I o sottoscritto Giovanni Malinconico, a fronte del comportamento inammissibile e inimmaginabile di un altro componente dell’Ufficio di coordinamento, da cui mi dissocio, mi dimetto dal mio incarico». Il passo indietro del vertice di Ocf è formalizzato in una lettera depositata ieri, all’immediata vigilia dell’assemblea iniziata nel primo pomeriggio. Nello stile, è quasi identica alle comunicazioni inviate in contemporanea dagli altri residui componenti dell’esecutivo.

E così, al termine di una giornata molto difficile, l’Organismo congressuale forense si trova con un Ufficio di coordinamento interamente dimissionario, e la necessità di eleggerne un altro in tempi utili almeno a preparare le nuove assise dell’avvocatura.

L’assemblea riunita in parte in presenza e in parte da remoto ha ascoltato la breve relazione di Malinconico e ha quindi deciso a maggioranza ( 31 favorevoli, 7 astenuti e 8 contrari) di aggiornarsi in vista della costituzione del seggio elettorale. In modo che, recita il testo deliberato, in seguito al confronto politico che ne seguirà, si possa appunto individuare il nuovo coordinamento. È un punto di caduta forse prevedibile, comunque annunciato già nella notte di giovedì, quando sui social della politica forense si era diffusa la notizia che anche Malinconico e i residui componenti dell’Ufficio avrebbero presentato le dimissioni. L’esito attesta il momento difficile per Ocf, superabile ma certamente appesantito dalla questione che ha fatto precipitare gli eventi: le anomalie gestionali citate da Malinconico nella propria lettera, vale a dire i trasferimenti di fondi, disposti dall’ex tesoriere Alessandro Vaccaro, dal conto “riserve” dell’Organismo al proprio conto corrente personale.

È chiaro che la questione finanziaria ha fatto letteralmente esplodere le tensioni dentro Ocf, e anche reso inevitabile, in termini di agibilità politica, il passo indietro dell’intero vertice. Ma è chiaro anche che un tornante così sofferto potrebbe rivelarsi persino utile ad azzerare, dopo le cariche, il piano strategico, e a riprendere, con nuovo Ufficio di coordinamento, un percorso più agevole.

Come detto, si è arrivarti all’assemblea di ieri per tappe forzate e un po’ traumatiche. Prima le divergenze interne sull’istituzione della fondazione, quindi i trasferimenti di risorse sul conto del tesoriere. Da cinque delegati dell’assemblea – Melania Delogu, Raffaele Fatano, Pasquale Barbieri, Silvana Vassalli e Paola Gosamo – è partita una mozione di sfiducia. Formalmente Vaccaro ha rassegnato le proprie dimissioni prima ancora di quell’atto politico. La vicenda dei conti è finita su diversi media, e l’assemblea dello scorso 7 marzo ha deciso di affidare a un revisore e a un gruppo di lavoro la verifica sulla gestione finanziaria. Il primo esito di tale accertamento è stato oggetto della nota ufficiale che martedì scorso il coordinatore Malinconico ha diffuso tra tutti gli avvocati: in sostanza, le movimentazioni del tesoriere Vaccaro non hanno prodotto alcuna perdita per Ocf. Ma intanto, Malinconico in quella nota aveva dovuto dare già notizia delle dimissioni di una terza componente del coordinamento, Rosanna Rovere ( prima di lei, oltre a Vaccaro, aveva lasciato il segretario Vincenzo Ciraolo, in corsa per la carica di sindaco a Messina). E poi, il coordinatore di Ocf aveva annunciato anche che lui e gli altri componenti dell’esecutivo avrebbero rimesso le loro cariche nelle mani dell’assemblea già programmata per ieri. Quindi la scelta di anticipare il passo indietro rispetto alla riunione, seppur di poche ore.

Ieri il dibattito è stato teso, ma composto. Cruciale, inevitabilmente, l’intervento del tesoriere Vaccaro, che da remoto, dopo la sollecitazione di Sergio Paparo, ha spiegato di aver trasferito sul proprio conto gli ormai famigerati 235mila e passa euro perché quelle somme erano destinate alla definizione di contenziosi coi fornitori. «Il loro trasferimento alle controparti sarebbe stato impossibile dal conto ordinario di Ocf, per i limiti di importo molto bassi assegnati alle operazioni di home banking», ha aggiunto. Dopodiché si è smesso di discutere sull’aspetto strettamente contabile . Si è arrivati, con il dissenso dei componenti che avevano firmato la mozione di sfiducia, al voto sul rinvio dei lavori. Da qui alla data delle elezioni ci sarà tempo anche per l’analisi dei revisori sul conto bancario ufficiale dell’organismo. Ma poi dovranno essere, evidentemente, i nodi di carattere politico a imporsi nel confronto sul nuovo vertice e sul futuro di Ocf.