Domenica scorsa un’intera sezione del carcere di Poggioreale è esplosa di rabbia, circa 220 detenuti hanno inscenato una rivolta devastando celle ed è rientrata dopo due ore di fortissima tensione. La miccia che ha fatto scatenare la rabbia è stata quella del mancato ricovero del detenuto Luciano De Luca, un 26enne che da diversi giorni era con una febbre altissima e non avrebbe ricevuto le cure adeguate. Una circostanza già denunciata da Pietro Ioia, uno degli attivisti più ostinati della Campania nella lotta per i diritti dei detenuti. Immediatamente il provveditorato campano ha mobilitato squadre di agenti di Polizia Penitenziaria da altri istituti del territorio che hanno affiancato gli agenti in servizio a Poggioreale, contribuendo a riportare la calma e a ripristinare la normalità.

Ma una normalità ripristinata anche grazie all’intervento del garante regionale dei diritti dei detenuti che è corso subito in carcere per monitorare la situazione. È lui ha confermare che la rivolta è stata scatenata per motivi di solidarietà verso un detenuto che rischiava di aggravarsi sempre di più, tant’è vero che poi lo hanno ricoverato in ospedale. Ma è stata solo la miccia, perché i problemi che si trovano ad affrontare i detenuti, ma anche gli stessi agenti penitenziari, sono gravi. «A Poggioreale – commenta il garante Ciambriello - ci sono oltre 2400 persone, 800 in più della capienza prevista con tutti i 10 padiglioni attivi, ma oggi due non sono agibili e uno lo è a metà.

Così i detenuti sono costretti a vivere come bestie». Ciambriello continua ad evidenziare le criticità legate soprattutto all'affollamento degli istituti penitenziari campani e lancia nuovamente il suo grido d'allarme dopo l'ennesimo episodio di violenza. Un episodio, quello di domenica, che poteva accentuarsi ancora di più, visto che per un pelo rischiava di suicidarsi un detenuto. Infatti, mentre con grosse difficoltà di mezzi e uomini si sedava con equilibrio e calma la rivolta in atto al reparto Salerno, al reparto SAI San Paolo veniva salvato in extremis un detenuto napoletano dal tentativo di suicidio con lenzuola ritagliate come corda e legate all’inferriate della finestra del bagno.

Solo grazie al tempestivo intervento dell’agente di turno e grazie ad un compagno di stanza si è riusciti a salvare il detenuto che ha riportato escoriazioni al collo e tratto in salvo con non poche difficoltà visto come si era organizzato ed il peso. «Ancora una volta la Polizia Penitenziaria capro espiatorio di tanti pregiudizi e di un sistema penitenziario che va assolutamente rivisto, mette in salvo una vita umana», a riferirlo è il segretario Provinciale Osapp Napoli Castaldo Luigi. Nel frattempo, nella giornata di ieri, i parenti dei detenuti di Poggioreale, con in prima fila l’attivista Pietro Ioia, hanno manifestato davanti al carcere per chiedere di mettere fine alle insostenibili condizioni igieniche sanitarie e sovraffollamento.