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santalucia anm abuso d'ufficio
«Il ministro ha già fatto delle dichiarazioni dove ha messo l’accento sull’emergenza dovuta alla necessità di attrazione di alcuni obiettivi ambiziosissimi del Pnrr. La magistratura deve fare la sua parte che è rilevantissima». Così il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, intervenendo ieri a Mezz’ora in più. «Oggi il problema principale è assicurare gli obiettivi del piano. Abbiamo un problema rilevante di vuoti di organico e questo influisce negativamente sulla capacità della magistratura di raggiungere gli obiettivi, 1700 unità in meno su 10000 magistrati in organico e altri 2000 a breve e questo è un problema». Depenalizzazione? «Noi siamo favorevoli, in tanti ci hanno provato nel passato e in pochissimi ci sono riusciti. In questo Paese è difficile depenalizzare. Se il ministro ci riuscirà noi saremo con lui», dice. «La Legge Severino è stato il primo tentativo organico di prevenire il fenomeno della corruzione. Abolire tout court non mi sembra una buona idea», ha detto Santalucia. «Vedremo cosa accadrà, la legge può essere in astratta migliorata». Sull’abuso d’ufficio «nel 2020 è stato ridotto a ben poca cosa - ha spiegato - L’abolizione non porterebbe buoni frutti». «Il ministro si troverà con una separazione in gran parte già attuata: la ministra Cartabia ha ridotto nell’intera carriera a un solo passaggio da una funzione all’altra e fuori regione. Separarle totalmente porrà un problema: di questo pubblico ministero separato che ne facciamo? Questo potere così forte di chi ha l’azione penale sarà potere autonomo o sottoposto al controllo di qualcuno?», dice. «Oggi nel Csm i pubblici ministeri sono 5 e sono in assoluta minoranza. Le carriere dei pubblici ministeri vengono governate dai giudici e dai componenti laici. Se si ipotizzasse un Consiglio Superiore tutto di pubblici ministeri avrebbero la maggioranza e sarebbero loro stesso a governare le loro carriere. Noi quello che vediamo a un passo oltre la separazione sarà il controllo politico dell’azione penale. È questo che si vuole?», ha sottolineato.