«Ministro Nordio, buona la prima». Così i magistrati di Articolo 101 commentano il decreto legge, che oggi sarà al vaglio del Consiglio dei ministri, con il quale si prevede il differimento di due mesi dell’entrata in vigore della riforma Cartabia sul processo penale. «È un fatto salutare, che risponde a vitali esigenze di razionalità ed efficienza. Merito al Governo e al Ministro della Giustizia, che danno prova di saggezza e capacità di ascoltare chi materialmente agisce sul campo», scrivono in una nota Cristina Carunchio, Giuliano Castiglia, Ida Moretti e Andrea Reale, rappresentanti di Articolo 101 nel direttivo dell’Anm, rilevando che «uffici e addetti ai lavori non sarebbero stati pronti a far fronte all’enorme impatto collegato alla novella, tanto sotto il profilo strutturale e organizzativo quanto sotto il profilo strettamente conoscitivo e applicativo: l’entrata in vigore della riforma il primo novembre - osservano - senza una normativa transitoria che disciplinasse in modo razionale l’applicazione ai procedimenti in corso dei suoi diversi comparti, sarebbe stata fonte di un caos interpretativo ingestibile, di enormi inconvenienti applicativi e della pressoché totale paralisi di alcuni settori e snodi della macchina giudiziaria penale». Gli esponenti di Articolo 101 auspicano quindi che «nel pur breve tempo messo a disposizione dal differimento che il Governo si accinge a disporre, si riescano a trovare, nel confronto tra i diversi attori coinvolti, tra i quali magistrati e avvocati non possono essere ignorati, soluzioni equilibrate che sappiano coniugare, tenendo conto delle risorse a disposizione, garanzie ed efficienza: noi - concludono - siamo pronti, su questa strada, a fornire il nostro contributo. Ma se il tempo ora preso dal Governo non dovesse essere sufficiente, la scelta più saggia non potrebbe essere diversa dal prenderne dell’altro».