Sei stato in qualche modo vicino alla particolare a Luca Palamara? Allora è meglio che abbandoni la corrente. Il mancato “repulisti” ha costretto l’altro giorno il pm foggiano Enrico Infante alle dimissioni da segretario generale di Unicost, la corrente di centro della magistratura associata, dopo solo poche settimane dal suo insediamento.

Epurazione Sarebbero state circa duecento le toghe “compromesse” che dovevano essere immediatamente allontanate. Questo almeno secondo le indicazioni che Infante aveva ricevuto dal suo gruppo dopo che era esploso, tramite le intercettazioni effettuate sul telefono dell’ex presidente dell’Anm ed un tempo leader indiscusso di Unicost, Luca Palamara, lo scandalo delle nomine al Consiglio superiore della magistratura.

La lettera di dimissioni Un allontanamento «esclusivamente politico senza che fosse avvenuto alcun illecito disciplinare, penale, o deontologico», ricorda Infante nella sua lunga lettera di dimissioni. Infante ha cercato in questi mesi di resistere alle pressioni sempre più insistenti, rifiutandosi di partecipare «alla caccia alle streghe».

«Ho precisato - prosegue - che una cosa era il rigore morale e l’allontanamento di chi fosse risultato autore di condotte riprovevoli, altra cosa era un’epurazione, un redde rationem col pretesto della questione morale. Le cose sarebbero andate diversamente se mi fosse risolto a pagare il prezzo che mi veniva richiesto ma non sono l’uomo adatto», aggiunge l’ormai ex segretario di Unicost.

«In certe pizzerie c’è più dignità, franchezza e lealtà che in tante boutique sedicenti prestigiose», la chiosa finale al veleno del magistrato pugliese.