Nuove linee guida disposte dal Dap, in merito alle perquisizioni straordinarie nelle carceri. Una circolare che detta nuove disposizioni, alla luce dei fatti tragici sui pestaggi come quelli avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Pestaggi, ricordiamo, svolti grazie alla scusante delle perquisizioni.

Ecco la nuova procedura. Si legge che nel rispetto dei principi generali di trasparenza e di buon andamento della Pubblica Amministrazione, l'ordine con il quale il direttore delle carceri dispone la perquisizione straordinaria generale dovrà essere impartito in forma scritta mediante un apposito ordine di servizio motivato e documentato.

Detto ordine di servizio dovrà comprendere la compiuta indicazione dei presupposti di fatto e delle ragioni giuridiche in base alle quali l’atto è adottato. Ma solo secondo i criteri della congruità e della sufficienza, rispetto alle specifiche concrete esigenze di sicurezza che non possono essere altrimenti soddisfatte: solo in tal modo – si legge nella circolare - sarà successivamente possibile la puntuale ricostruzione del processo logico seguito dal direttore nell'emanazione del provvedimento.

L’ordine di servizio dovrà contenere la descrizione del contingente di personale da impiegare ( se appartenente esclusivamente al reparto del Corpo di istanza nell'istituto, ovvero a contingenti del Corpo provenienti da altre sedi), l'indicazione del responsabile dell'operazione se diverso dal comandante di reparto, le modalità esecutive con riguardo ai luoghi e ai tempi della perquisizione, mezzi, equipaggiamento ed eventuali dotazioni individuali.

Nel dispositivo dovrà essere indicato l'eventuale apporto del personale appartenente alle Forze di polizia e alle altre Forze poste a disposizione dal Prefetto.

Importante novità è che copia dell'ordine di servizio dovrà essere preventivamente inviata al Magistrato di Sorveglianza, alla Direzione Generale dei detenuti e del trattamento, al Provveditorato Regionale ed al Garante nazionale dei diritti e delle persone private della libertà personale.

La procedura delineata dal Dap sarà seguita non solo nell'ipotesi di perquisizioni generali straordinarie ma anche, con particolare riferimento agli istituti di grandi dimensioni, nelle ipotesi di contestuale perquisizione dei locali e dei ristretti o anche solo dei ristretti di interi Padiglioni, interi Reparti, intere sezioni o porzioni significative di essi. Dopo la perquisizione, il comandante di reparto, una volta conclusa l'operazione, dovrà redigere e inoltrare senza alcun indugio al direttore un analitico rapporto. Quest’ultimo dovrà contenere la compiuta indicazione dei presupposti di fatto e delle ragioni giuridiche in base alle quali ha ritenuto di procedere d'iniziativa previa informazione al direttore, in modo da consentire anche in questo caso la ricostruzione del processo logico seguito rispetto alle specifiche concrete esigenze di sicurezza, che non potevano essere altrimenti soddisfatte.

Il rapporto dovrà inoltre contenere la indicazione delle modalità della immediata comunicazione al direttore, la descrizione del contingente di personale impiegato, le modalità esecutive con riguardo ai luoghi e ai tempi della perquisizione effettuata nei confronti dei ristretti e dei locali, i mezzi, l'equipaggiamento ed eventuali dotazioni individuali. II direttore, una volta verificata la correttezza delle operazioni svolte, provvederà a inoltrare il rapporto alle autorità come il garante nazionale e magistratura di sorveglianza, corredato da proprie valutazioni, entro sette giorni dalla sua ricezione.

Non tutti però concordano con queste nuove disposizioni, sicuramente innovative e volte alla trasparenza onde evitare eventuali abusi.

Per Gennarino De Fazio, il segretario della Uilpa polizia penitenziaria, questa nuova disposizione consiste in un eccesso di burocratizzazione che ridurrebbe, rallenterebbe e depotenzierebbe i controlli a discapito della sicurezza anche degli stessi detenuti, che possono essere il bersaglio di altri ( caso carcere Frosinone docet).

Raggiunto da Il Dubbio, il sindacalista De Fazio propone un'altra soluzione: «Se davvero si vogliono ampliare le garanzie, si renda tutto più snello e agile, si limitino al minimo indispensabile gli atti burocratici e le comunicazioni preventive ( fermo restando ogni specificazione e istruttoria successiva) e si disponga la videoregistrazione di ogni operazione sia attraverso videocamere fisse sia attraverso apparecchiature portatili, ivi comprese le body- cam». Di diverso avviso, invece, è Mauro Palma, il Garante nazionale delle persone private della libertà. «Quanto disposto dal Dap mi sembra sia un elemento di complessiva trasparenza che garantisce tutti e che peraltro riprende anche quanto la stessa Corte costituzionale aveva indicato nel 2000», scrive su Twitter.