«Nel 1993 il Parlamento decide di eliminare l’autorizzazione a procedere. Da quel momento ogni indagine diventa oggetto di strumentalizzazione». A dirlo l’ex magistrato Luca Palamara, ieri a Casa Minutella per la presentazione del suo nuovo libro, dal titolo “Logge & Lobby”. Secondo l’ex consigliere del Csm, «la separazione delle carriere è un segmento del problema» giustizia in Italia. «Non deve riguardare solo pm e giudice», rimarca Palamara, ma anche il rapporto tra magistratura e informazione: «Se un’indagine viene utilizzata come grancassa contro questo o quel nemico politico, il ruolo della magistratura diventa asservente». «Le correnti - prosegue poi Palamara - dominano il mondo della magistratura dagli anni ’ 60». «Palamara mi stava antipatico. Ma non era l’unica pecora nera in un gregge di pecorelle bianche. Era il capo delle pecorelle nere in un gregge molto ricco di pecore nere che sono tuttora al loro posto senza che nulla accada», ha affermato poi Alessandro Sallusti, direttore di Libero e coautore del libro. Sallusti ha ricordato che all’inizio l’ex magistrato non aveva accettato l’idea di scrivere un libro verità sulla Giustizia italiana. Ma poi cambiò idea e propose un patto al giornalista. «Palamara mi disse: scrivi tutto ciò che io dico e non una parte». Anche Sallusti fece le sua richiesta all’ex magistrato: «Ti chiedo una cosa altrettanto ovvia che tutto quello che tu dirai non devono essere delle tue idee o delle tue supposizioni. Devono essere fatti circostanziati». «Ho fatto questa richiesta non solo per uno scrupolo deontologico e per una tutela mia e del dottor Palamara». Nei libri sono stati fatti centinaia di nomi e centinaia di aneddoti e di cose, ha ricordato Sallusti. «C’è stata una richiesta di precisazione di rettifica del dottor Spataro, che è stata fatta nelle successive edizioni per un episodio che risale al 1998 e una querela del dottor Ielo che è stata ritirata due mesi dopo». Per Sallusti, dunque, è il momento di dire basta a chi mette in dubbio la veridicità delle affermazioni di Palamara. «Se qualcuno ha qualcosa da dire su questo libro non ha altro da fare che portare elementi veri contrari alla tesi esposte nel saggio», ha spiegato il direttore di Libero. M5S, dall’altro ha deciso di votare a favore del conflitto di attribuzioni, «opzione più rappresentativa per il gruppo» ma opposta a quella dei grillini, sulle cui intenzioni, prima della discussione, aveva fatto chiarezza lo stesso Conte. Il voto «non è contro Renzi o per Renzi: è a favore dei principi del M5s», aveva anticipato, riproponendo il refrain «i politici devono difendersi nei processi non dai processi». Favorevoli alla proposta di Modena, invece, Fratelli d’Italia e Lega, convinti che la Costituzione sia stata violata. «Io che sono anche imputato - ha commentato a distanza Matteo Salvini -, vorrei essere giudicato da un giudice terzo e imparziale. Da Renzi mi separa se non tutto tantissimo, ma non lo combatterò mai a colpi di magistratura» .