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tribunale bergamo
Un mese molto caldo, in ogni senso, per il Tribunale di Bergamo. La causa è nelle alte temperature e nei condizionatori che non funzionano. Lavorare diventa un’impresa per tutti: avvocati, magistrati, personale amministrativo. Senza dimenticare i cittadini che quotidianamente raggiungono gli uffici giudiziari della città orobica. Qualche giorno fa per le temperature elevatissime e la rottura dell’impianto dell’aria condizionata a farne le spese è stata la giudice Donatella Nava, che ha avuto un malore al termine di un’udienza. Un’ambulanza ha raggiunto il Tribunale per prestare le cure del caso. Quasi impossibile frequentare i locali di via Borfuro, che si contraddistinguono per le tante vetrate. Con i condizionatori fuori uso il Tribunale si trasforma in un forno. Ecco perché gli avvocati pochi giorni fa hanno chiesto di riunire il Consiglio dell’Ordine altrove: sono stati ospitati dall’Ordine dei commercialisti. Ma i disagi non finiscono qui. Le conseguenze della pandemia sull’organizzazione degli uffici giudiziari nel Tribunale di Bergamo si fanno ancora sentire.
Dallo scorso 30 aprile è venuto meno lo stato di emergenza sanitario, ma restano in piedi le misure di accesso su appuntamento per contingentare gli ingressi negli uffici giudiziari. Per gli avvocati bergamaschi, come denunciato dal Coa, è un districarsi continuo tra mille difficoltà. Quella più insopportabile riguarda la prenotazione degli appuntamenti che mal si concilia con l’intera organizzazione dell’attività professionale nelle aule e in studio. Senza la prenotazione telematica degli “slot” indicati dagli uffici o l’invio di una email di richiesta di accesso da parte degli avvocati, le porte verranno trovate chiuse.
Questo “modello organizzativo” viene contestato dai legali. Una mortificazione con perdite di tempo e che fa a pugni con lo stato di emergenza superato. Mentre in tutta Italia la vita è ritornata alla normalità, non può dirsi la stessa cosa nel Tribunale lombardo. Le modalità di accesso agli uffici giudiziari sono «ostative all’esercizio della professione», come evidenzia Francesca Pierantoni, presidente del Coa di Bergamo. «Risulta – commenta - spesso impossibile ottenere prenotazioni tempestive e compatibili con i tempi necessari alla difesa, dato che, alcune volte o non c’è disponibilità di date o sono a distanza di settimane».
Gli avvocati bergamaschi chiedono di accedere liberamente a tutti gli uffici del Tribunale. «La situazione – dice al Dubbio la presidente Pierantoni - è davvero “bollente” sia per quanto riguarda l’accesso in Tribunale che per le temperature. Abbiamo chiesto ripetutamente di abolire la prassi dell’appuntamento, la cui utilità è stata superata dalla cessazione dello stato di emergenza, e che ora ci costringe ad attendere parecchio tempo per effettuare semplici attività come copie e depositi. Valga ad esempio il fatto che oggi l’agenda dell’ufficio del Giudice di pace non è neppure utilizzabile, poiché le date di ricevimento al momento sono esaurite e occorre attendere le nuove disponibilità che verranno attivate direttamente dall’ufficio giudiziario. Non si comprende perché l’accesso non venga reso libero, nei giorni e nelle fasce orarie di apertura, come già avviene per la sezione Gip- Gup, unica eccezione. Ecco perché ora dichiariamo la contrarietà a questo sistema e invochiamo l’accesso senza appuntamento».
Rendere i luoghi di lavoro sicuri, funzionali e ospitali non è un aspetto da sottovalutare. Il Coa di Bergamo su questo fronte offre la massima collaborazione. «Per quanto riguarda l’aria condizionata – aggiunge Pierantoni -, la cui mancanza, unita al fatto che le bellissime vetrate del Palazzo di giustizia non si possono aprire, non dipende certo dagli uffici giudiziari, ma pregiudica lo svolgimento della loro attività, di quella degli avvocati e anche dell’Ordine che ha sede proprio nel sottotetto del fabbricato. La scorsa settimana siamo stati gentilmente ospitati nella sede dell’Ordine dei commercialisti e stiamo ora cercando altre soluzioni per le riunioni che svolgiamo ogni martedì pomeriggio a cui partecipano ventuno consiglieri. L’Ordine ha dato al Tribunale la disponibilità ad anticipare il costo della riparazione, se questo potesse servire ad accelerare i lavori, anche se al momento il problema non attiene agli aspetti burocratici, ma al rinvenimento dei pezzi di ricambio di un impianto che incomincia ad essere datato».