«La vittoria contro la mafia si è sviluppata grazie a quattro pilastri: la legislazione sui collaboratori, l'ergastolo ostativo, il 41 bis e le misure di prevenzione patrimoniale. Troppo spesso, nel dibattito pubblico, questi pilastri vengono messi in discussione senza rendersi conto delle conseguenze del ragionamento. Parliamo del 41 bis: il rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti ai detenuti è una premessa imprescindibile ma a una situazione giuridica speciale, com'è quella di un capo mafia che si rifiuta di collaborare con la giustizia e resta fedele invece alla sua organizzazione, deve corrispondere una specialità di trattamento. Senza il 41 bis, capi corleonesi come Leoluca Bagarella, Nino Madonia o i fratelli Graviano potrebbe accedere ai permessi premio e tornare per qualche giorno a casa. Abbiamo idea di cosa significherebbe? In poche ore ricostruirebbero contatti che noi abbiamo impiegato anni a eliminare». Lo afferma Francesco Messina, capo dell'Anticrimine della Polizia di Stato, in un'intervista a “la Repubblica”.

«Il lavoro di questi 30 anni ha permesso di limitare fortemente Cosa Nostra. Ne è stata ridotta l'offensività. Ma pensare che sia stata sconfitta per sempre è un errore grave - spiega - La cattura di Messina Denaro ha rappresentato un colpo, certo, importantissimo. Perché Matteo rappresentava in qualche modo un simbolo. Ma andando nel concreto dobbiamo dire che la sua influenza non era ancora particolarmente significativa. Si era chiuso da qualche tempo, probabilmente per via della malattia, in una comfort zone tutta trapanese che gli consentiva di essere nascosto senza nascondersi. Ma i segnali di fermento sono altrove». Dove? «A Palermo, con le ultime elezioni, abbiamo visto un tentativo di avvicinarsi alla politica. I nuovi gruppi cercano di creare un direttorio, ma per fortuna il lavoro della magistratura e di tutte le forze di Polizia non glielo permette. Ora la forza è nella gestione delle piazze di spaccio che consente loro di avere una liquidità importante».

«Io ritengo cruciali le misure di prevenzione. Perché ci permettono di fare prima, e alcune volte meglio rispetto ai processi ordinari. Lo scorso anno, come Polizia, abbiamo sequestrato 181 milioni alle organizzazioni criminali. È su quello che bisogna battere: tornando alle carceri, i mafiosi sono detenuti modello perché sono i più ricchi», continua Messina.