Dalla possibilità in caso di emergenza di ospitare i grandi della terra ad accogliere nella giornata di ieri l'ex ricercato numero 1 a livello internazionale. La struttura sanitaria "G8" dell'ospedale dell'Aquila può vantare dunque un altro primato: ospitare un personaggio "eccellente", quasi unico come curriculum criminale: Matteo Messina Denaro, di 60 anni, malato oncologico, arrivato in città, dopo la sua cattura a Palermo, il 17 gennaio scorso.

Per tutta la giornata di ieri, infatti, il piccolo e attrezzato presidio sanitario nel complesso ospedaliero “San Salvatore”, è stato "off-limits" per chiunque: guardato a vista dai carabinieri, polizia penitenziaria, ma soprattutto dagli agenti del Gruppo operativo mobile (Gom) incappucciati, facenti parte sempre del Corpo della polizia penitenziaria che hanno seguito con lo sguardo chiunque, a sua insaputa, si fosse trovato a passare nel vicino parcheggio o con l'auto intorno al perimetro del G8, circoscritto per l'occasione dal nastro che viene utilizzato dalle forze dell'ordine quando c'è da interdire un'area specifica.

Secondo quanto è stato possibile appurare, il super boss è stato sottoposto ad una serie di controlli di routine, e a quanto pare una Tac, strumento non presente all'interno della stanza-infermeria realizzata ad hoc proprio all'interno dello stesso penitenziario. In serata il boss ha lasciato l'ospedale per fare rientro nel carcere di massima sicurezza distante 7 chilometri, nella frazione di Preturo. Quella di ieri è la prima visita "ufficiale" del boss in ospedale, anche se c'è chi sostiene che sarebbe addirittura la terza.

Proprio una settimana fa, Matteo Messina Denaro è stato sottoposto alla terza somministrazione di chemioterapia, per la durata di quattro ore, assistito da un oncologo, un anestesista e una infermiera, tutti e tre sempre dell'ospedale. Secondo quanto si è appreso, il 60enne, è in buone condizioni e per ora non ha avuto problemi legati agli effetti collaterali.