I tempi previsti nella riforma della giustizia voluta da Alfonso Bonafede, un processo completo in quattro anni, sono destinati a rimanere nel libro dei sogni di via Arenula. E con essi lo spauracchio delle sanzioni disciplinari per le toghe che non abbiano rispettato tale cronoprogramma.Un aggettivo, esigibile, incombe sugli ambiziosi progetti del ministro pentastellato.La richiesta di determinare il carico esigibile, cioè il numero di procedimenti che può essere trattato dal singolo giudice in un anno, sta rimbalzando in questi giorni con sempre maggiore insistenza nei congressi dei gruppi della magistratura associata in vista delle elezioni, previste fra un mese, per il rinnovo del Comitato direttivo centrale dellAnm.A favore del carico esigibile si è schierata anche Unicost, la corrente di centro delle toghe. Nel suo congresso straordinario, in cui sono state rinnovate le cariche, presidente Mariano Sciacca, segretario Francesco Cananzi, la fissazione di carichi esigibili è stata inserita nella risoluzione finale.Il tema, va ricordato, non è nuovo essendo da anni fra i cavalli di battaglia di Magistratura indipendente, il gruppo moderato.Mi, criticata in passato dagli altri gruppi per la sua visione burocratica dellattività del magistrato, è ora però in buona compagnia: sembra che pure i davighiani di  Autonomia&indipendenza non siano pregiudizialmente contrari alla proposta. Lunica incognita riguarda chi dovrà determinare il numero di fascicoli per singolo magistrato: il Csm o il Ministero della giustizia. Se dovesse andare in porto la proposta dei carichi esigibili, diventerebbe dunque irrealizzabile il rispetto delle tempistiche volute da Bonafede: come conciliare i tempi certi per i processi sei i magistrati  ne possono trattare solo un numero prefissato? Che fine faranno  quelli che splafonano tale numero?I fautori dei carichi esigibili affermano che sono indispensabili per garantire un prodotto finale di qualità: un giudice non può scrivere più di tante sentenze in un anno.  La proposta, che sta creando qualche imbarazzo agli attuali vertici dellAnm dopo il loro endorsement al blocco della prescrizione, ha raccolto invece il consenso della stragrande maggioranza dei neo magistrati. A differenza dei colleghi anziani, le giovani toghe sono molto sensibili ai temi delle condizioni di lavoro.Alle elezioni di marzo saranno oltre mille i magistrati che voteranno per la prima volta: un voto che è destinato a modificare i futuri equilibri nell'Anm.