Un progetto video per testimoniare le condizioni degradanti in cui vivono i migranti nella tendopoli di San Ferdinando in Calabria. E' questo il senso dell'iniziativa promossa dalle toghe di "Magistratura democratica", corrente dell'Anm, che ha realizzato il reportage raccogliendo il materiale registrato da un gruppo di magistrati calabresi che lo scorso 18 dicembre si è recato in visita al campo. Una missione prenatalizia con lo scopo di denunciare ciò che avviene nella tendopoli calabrese, campo di alloggi per lavoratori agricoli migranti che assomiglia a un campo di battaglia. Un campo che c'è da 12 anni, dopo la rivolta dei braccianti di Rosarno che furono cacciati dalla città nella piana di Gioia Tauro, e che dopo aver accolto oltre mille persone ora ne conta non meno di 400. E dove la gente si scalda coi bracieri, fa chilometri a piedi per trovare l'acqua per lavarsi e cucinare.
  Nel video realizzato coi testi di Pina Porchi e la regia di Giuseppe Battarino, gip di Varese e componente del gruppo comunicazione Md, si vedono le conseguenze di incendi e sgomberi, le baracche tirate su fra le tende. Vi parlano sindacalisti e braccianti. Si ricorda che per avere un permesso di soggiorno e strappare un contratto dai caporali -nella migliore delle ipotesi per pochi giorni retribuiti "tracciati" rispetto all'h24 sempre richiesto e ottenuto - bisogna andare a Crotone, a 170 chilometri di distanza dal campo.  "Per lungo tempo anche nella magistratura abbiamo pensato che non ci fosse bisogno di una politica alta, che ci si potesse accontentare di molto meno", spiega Stefano Musolino, segretario nazionale Md e magistrato della Dda di Reggio Calabria, parlando alla agenzia Dire. "Per anni ci siamo accontentati di una filiera agroalimentare che distribuiva prodotti a prezzi bassissimi perché questo andava incontro a un'esigenza di consumo diffusa, con prodotti di nicchia disponibili tutti i mesi dell'anno - aggiunge Musolino -. Ma ogni qual volta la politica tollera grandi ricavi basati sullo sfruttamento delle persone, finché non abbiamo una politica che si fa carico del problema e ci sono grandissime capacità di fare reddito e di sfruttare situazioni molto remunerative per i player del sistema, io vi garantisco che qui la 'ndrangheta c'è".