L'allarme è partito da Giovanni Mammone, una fonte tra le più autorevoli della Giustizia italiana: col blocca prescrizione - ha infatti dichiarato in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, il primo presidente della Cassazione, "c'è il rischio di un significativo incremento del carico penale (vicino al 50%) che difficilmente potrebbe essere trattato". E poi: "Risulta pertanto necessario porre allo studio e attuare le più opportune soluzioni normative, strutturali e organizzative tali da scongiurare la prevedibile crisi". BONAFEDE: PRESCRIZIONE CONQUISTA DI CIVILTA' MA PRONTI AL DIALOGO Sulla prescrizione - ha rassicurato il ministro della Giustizia Bonafede - "e' in atto un confronto serrato all'interno della maggioranza per superare le divergenze e consegnare ai cittadini un processo idoneo a rispondere alle loro istanze di giustizia, garantendo tempi certi ed eliminando ogni spazio di impunita'". Ma il ministro della giustizia ha anche ribadito che la riforma  della prescrizione "è una conquista di civiltà". MASCHERIN (cnf): NO A PROCESSI INFINITI Dal ministro della Giustizia ''ci separa la  posizione sulla prescrizione penale. A prescindere dalle cause e dalle narrative sulla durata del processo penale, di certo non possiamo permetterci l'indeterminatezza dei tempi, sarebbe come se un chirurgo iniziasse l'intervento e poi ci lasciasse sul tavolo operatorio senza poter sapere quando, o se mai, terminerà l'operazione'', a detto il presidente del Consiglio nazionale forense Andrea Mascherin proprio alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario. PONIZ (Anm): NIENTE SANZIONI PER I MAGISTRATI "LUMACA" E sulla prescrizione si è alzata anche la voce dell'Associazione nazionale magistrati: "Nessuna "mediazione" e' possibile sull'ipotesi di introdurre sanzioni disciplinari per le toghe che sforano tempi prefissati dei processi penali, ha dichiarato il presidente dell'Anm Luca Poniz, al termine della cerimonia per l'anno giudiziario in Cassazione. "Faremo le nostre valutazioni quando ci sara' un testo definitivo", ha aggiunto, sottolineando che l'idea di sanzioni "e' sbagliata, contrapposta alla stessa visione che ha il ministro, che ci consegna il dato sul grande lavoro che svolgono i magistrati. L'idea di governare i processi con sanzioni disciplinari e' una grave distonia". L'invito al Guardasigilli, dunque, "e' quello di non cedere a una visione compensativa per cui la riforma della prescrizione e' un favore ai magistrati e dall'altro lato ci sono le sanzioni", ha concluso Poniz. SALVI (Pg di Cassazione): LA PRESCRIZIONE CAUSA PRIMA DEL FALLIMENTO DEI RITI ALTERNATIVI "Se è vero che e' davanti al giudice di primo grado e al gip che si consuma la Prescrizione, è ormai noto che ciò dipende dal fallimento della scommessa sui riti alternativi, che continuano a mietere una percentuale irrisoria di definizioni". Lo ha affermato, nella sua relazione per l'anno giudiziario, il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi. "La scommessa è fallita - ha spiegato - perchè l'aspettativa pressoché certa della Prescrizione ha reso quella scelta non conveniente, nell'ovvio e legittimo calcolo costi-benefici dell'imputato. Finché la Prescrizione sara', non un evento eccezionale causato dall'inerzia della giurisdizione, ma un obbiettivo da perseguire, nessun rito alternativo sara' appetibile".