«Da gennaio i semiliberi della Campania, e i complessivi 700 a livello nazionale, rischiano di tornare a dormire in carcere una volta terminato il lavoro all'esterno, qualora il Governo non dovesse adottare entro la fine dell'anno, provvedimenti di proroga», lancia l’allarme il garante dei detenuti della regione Campania Samuele Ciambriello. Da più di due anni solo per quanto riguarda la Campania, sono 159 le persone sottoposte a regime di semilibertà, persone che lavorano fuori dal carcere e dormono presso le proprie abitazioni, grazie ai provvedimenti adottati dal governo per l'emergenza sanitaria da Covid-19.Il garante campano Ciambriello osserva che i “diversamente liberi”, italiani ed in particolare campani, hanno svolto la propria attività lavorativa senza mai incorrere in sanzioni penali o disciplinari.

Da oltre due anni vivono libere

«Da oltre due anni queste persone vivono libere e ora c'è il rischio che la politica le rimetta in carcere. Mi auguro che il governo metta in campo una saggia misura per la continuità di questa esperienza. Invoco il coraggio di questa decisione giusta per una nuova proroga della licenza straordinaria. È sotto gli occhi di tutti la correttezza di uomini e donne campane che in semilibertà non hanno infranto le regole e stanno vivendo questa misura attraverso il reinserimento seppur parziale e controllato nell'ambiente libero», conclude il garante campano. Un allarme che ha lanciato anche il garante del Lazio Stefano Anastasìa, il coordinatore dei garanti territoriali, sottolineando che farli rientrare in carcere, «sarebbe una evidente regressione nel percorso di reinserimento sociale prescritto dalla Costituzione come finalità della pena e il disconoscimento dell’impegno e della serietà con cui ciascuna di quelle settecento persone ha risposto all’opportunità che è stata offerta loro».