"Allora tutti i politici si mettevano d'accordo per spartirsi le mazzette mentre oggi le toghe si accordano per dividersi il potere". Parola di Tonino di Pietro, il magistrato simbolo del pool di mani pulite e di tangentopoli. "E in entrambi i casi - continua Di Pietro - c'è stata una degenerazione, un tempo dei partiti, adesso della magistratura. Però è anche vero che, ora come allora, anche nelle categorie screditate ci sono molte brave persone. Lei non deve guardare all'Anm, che per quel che mi riguarda neppure dovrebbe esistere, visto che i sindacati servono per difendere i lavoratori dal potere ma i magistrati, che hanno il potere più grande, da che cosa si dovrebbero mai difendere? Deve guardare i giudici della porta accanto, quelli che frequento tutti i giorni in tribunale da avvocato, gente preparatissima e laboriosa".
Palamara non è il male assoluto
E su Palamara. "Non condivido l'idea per cui Palamara è il male assoluto. Non era da solo a manovrare - prosegue - Più dell'ex presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, di cui ormai sappiamo anche troppo, mi preoccupano i tanti Palamara non emersi, tutti coloro che non sono stati intercettati ma comunque hanno trasformato la magistratura da servizio in occasione di potere personale, realizzando una mutazione genetica di un'istituzione nata per difendere lo Stato e i cittadini". "Nella mia vita - aggiunge - sono stato accusato di aver fatto un uso politico della giustizia, ma la verità è che altri hanno fatto un uso politico della mia attività giudiziaria, sia contestandomi, sia per sfruttare il vento e farsi portare al traguardo".