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La riforma della giustizia, licenziata venerdì dalla Commissione Giustizia, è arrivata a Montecitorio. Il dibattitto su due maxi-emendamenti al provvedimento è stato preceduto dal voto sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate dalle opposizioni. Pregiudiziali che sono state bocciate dall'aula con 357 voti contrari e 48 favorevoli. L’intenzione del governo di chiedere il voto di fiducia già in serata, da votare domani. Martedì il via libera finale al provvedimento. Sono in tutto 41 i deputati del Movimento5 stelle che non hanno partecipato al voto, senza essere in missione, sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità. Anche se il deputato Luigi Gallo, che dai tabulati della votazione risulta assente, ha precisato di aver votato. Sono invece 13 gli assenti M5s "giustificati" in quanto in missione.Tra i non partecipanti al voto figurano l’ex sottosegretarioalla Giustizia Vittorio Ferraresi, l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo Conte Riccardo Fraccaro, il capogruppo pentastellato in commissione Giustizia Eugenio Saitta, il presidente della commissione Affari Costituzionali Giuseppe Brescia. E ancora, Vittoria Baldino, Elisabetta Barbuto, Giuseppe Buompane, Francesca Businarolo, Cadeddu Luciano, Luciano Cantone, Luca Carabetta, Andrea Caso, Rosalba Cimino, Tiziana Ciprini, Valentina Corneli, Celeste D’Arrando, Daniele Del Grosso, Antonio Del Monaco, Federica Dieni, Mattia Fantinati, Marialuisa Faro, Conny Giordano, Giulia Grillo, Nicola Grimaldi, Angela Ianaro, Marianna Iorio, Gabriele Lorenzoni, Stefania Mammì, Maria Marzana, Angela Masi, AnnaLaura Orrico, Paolo Parentela, Cosimo Pignatone, Roberto Rossini, Enrica Segneri, Davide Serritella, Patrizia Terzoni, Riccardo Tucci, Gianluca Vacca, Giovanni Vianello. Numerose le assenze nel gruppo di Forza Italia, nel Misto e in Coraggio Italia. Risultano essere 12 assenti (su 93 totali) nelPd. Infine un pentastellato, Melicchio, ha votato a favore assieme alle opposizioni. Riflettori puntati, quindi sul Movimento 5Stelle e su Giuseppe Conte. Il leader in pectore del M5S, Giuseppe Conte, ha detto ai suoi durante l’assemblea congiunta di deputati e senatori pentastellati sulla riforma: «Ci siamo accorti subito di alcune criticità della riforma Cartabia. Erano insuperabili. Il testo così com’era non poteva essere approvato, ho fatto io stesso una grande interlocuzione con il presidente Draghi e gli altri. Siamo stati forti e compatti, non ascoltate le ricostruzioni. Per tre quarti l’impianto normativo complessivo è targato Bonafede-Cinquestelle». Conte ha aggiunto: «Abbiamo avuto un metodo di lavoro nuovo. Ho creato una cabina di regia tecnica per lavorare su questo tema, per formulare nostre richieste tecniche. Nello stesso tempo ho creato una cabina di regia politica con chiunque ha avuto un peso in questa vicenda. Questo è il mio metodo decisionale. Ampio confronto interno». L'ex presidente del Consiglio ha detto chiaramente: «Smentisco le parole di quelli che pensavano che noi volessimo minare il governo».