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Il monito di Mattarella alla cerimonia di ieri al Quirinale per la Giornata dell’ 8 marzo. In apertura l’omaggio alla forza e al coraggio delle donne ucraine
«Sono certo di interpretare il sentimento di tutte le italiane e di tutti gli italiani, rivolgendo il primo pensiero di questo 8 marzo alle donne ucraine. Madri, lavoratrici, giovani, colpite da una violenza inattesa, crudele, assurda. Donne che partecipano coraggiosamente alla difesa della loro comunità, donne costrette a ripararsi nei rifugi d’emergenza, che lasciano il loro Paese, che hanno paura per i loro figli, che prestano cura ai più deboli, che piangono morti innocenti». Nelle parole che Sergio Mattarella ha pronunciato ieri al Quirinale per le celebrazioni della Giornata internazionale della donna, non c’è soltanto la ferma condanna di questo «ingiustificabile conflitto», che va fermato «subito e con decisione», anche al costo di sacrifici. Ma anche un richiamo alla forza delle donne che «nelle guerre pagano sempre prezzi altissimi», e ciononostante sono portatrici «di resistenza, di coesione, di pacificazione, di ricostruzione».
Più in generale, nella cornice dell’ 8 marzo, il monito di Mattarella ha riguardato «la condizione femminile in Italia», che è ancora «fatta di luci e ombre. E, in particolare, di un’esperienza lavorativa e umana positiva, ma gravata ancora da troppi impedimenti, pregiudizi, ostacoli, difficoltà. Impedimenti e ostacoli che abbiamo il dovere di individuare e rimuovere - insieme, uomini e donne - se vogliamo crescere dai punti di vista economico, culturale, sociale». E proprio alle “Giovani donne che progettano il futuro” è stata dedicata la cerimonia al Quirinale. Nel corso della celebrazione hanno portato la loro testimonianza Oksana Lyniv, direttrice d’orchestra ucraina del Teatro Comunale di Bologna, e alcune giovani donne impegnate in diversi campi dell’economia e del sociale: Tania Di Giovanni, Fabrizia Grassi, Giada Dalle Vedove, Evelyn Pereira e Federica Vasapollo. «La crescita del ruolo delle donne, della presenza femminile in tutti gli ambiti della vita politica, istituzionale, economica, sociale, è una condizione per lo sviluppo del nostro Paese», ha sottolineato Mattarella. «Scoprire che una mamma italiana su cinque, a due anni dalla nascita del figlio, decide di lasciare il lavoro - ha ribadito - è una sconfitta per tutta la società italiana».
Al ruolo delle donne come protagoniste della ripresa è dedicato anche l’intervento della ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, che dopo aver rivolto un pensiero alle «sorelle ucraine», ha ricordato che «oggi l’Italia ha per la prima volta, e in modo strutturale, una Strategia nazionale per la parità di genereì». Una strategia che «punta a colmare le disparità nel lavoro e nel reddito – ha spiegato Bonetti -. Gli investimenti fatti in servizi educativi e asili nido e nella formazione scientifica per le bambine e per le ragazze sono decisivi per le nuove generazioni di donne, che rischiano altrimenti di rimanere escluse dal processo di transizione ecologica e digitale».
Presenti alla cerimonia anche la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e numerose altre rappresentanti del governo, delle istituzioni, della politica, della cultura e della società civile, tra cui l’avvocata Maria Masi, prima presidente donna del Consiglio Nazionale Forense. Che a margine dell’iniziativa ha spiegato di aver particolarmente apprezzato «l’idea di utilizzare la Giornata dell’ 8 marzo, che non è una giornata di festa, per celebrare esperienze in senso positivo». Come ha sottolineato lo stesso presidente Mattarella, seppure l’Italia ha fatto notevoli passi avanti verso l’effettiva parità di genere, l’obiettivo è infatti ancora lontano. «“Il soffitto di cristallo” non si è ancora rotto – ha sottolineato Masi – ma comincia a scricchiolare. Ecco perché condividere esempi virtuosi è in questo momento particolarmente importante: segnalando gli ostacoli che pure ci sono, ma al contempo esprimendo la volontà di superarli. Oggi anche grazie all’inserimento della politica di genere tra gli obiettivi del Pnrr».