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Si è fermato ancora prima di partire l’iter della proposta di legge per costituire una commissione d’inchiesta sull’uso politico della magistratura. Nella riunione congiunta delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia, Forza Italia ha chiesto che vengano cambiati i relatori della proposta ovvero il dem Stefano Ceccanti e Federico Conte di Leu, indicati dai presidenti Giuseppe Brescia e Mario Perantoni. Una polemica che si trascina da giorni perché secondo gli azzurri, supportati da Lega e Fdi, i due relatori non sarebbero adatti in quanto non sarebbero favorevoli all’istituzione della commissione d’inchiesta sulla magistratura. Commissione fortemente chiesta dal centrodestra e calendarizzata grazie al sostegno di Italia Viva. Ceccanti e Conte avrebbero dovuto svolgere le loro relazioni introduttive. Relazione che non si è svolta proprio per le polemiche sollevate nella seduta. «C’è stato una sorta di auto-ostruzionismo del centrodestra», si riferisce, in quanto i tempi oggi erano stretti per via della riunione, già fissata, dell’ufficio di presidenza della commissione. «Polemiche su di me? No, non rispondo. Io parlo sui contenuti. Sulla nomina dei relatori rispondono i presidenti», dice Ceccanti. E i presidenti Brescia e Perantoni non ravvisano la necessità di rivedere le loro scelte. «Legittime» scelte, si fa notare in ambienti parlamentari. La prossima settimana ci sarà una nuova riunione congiunta delle commissione Affari costituzionali e Giustizia e l’intenzione è quella di procedere, dopo lo stop di oggi, con la relazione sulle diverse proposte di legge (tutte presentate dal centrodestra) per l’istituzione della commissione d’inchiesta sulla magistratura che abbracciano sia più in generale il tema dell’uso politico della giustizia sia le vicende legate al caso Palamara.