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Giorgio De Stefano
Più soldi rispetto al semplice calcolo aritmetico basato sui giorni passati ingiustamente in carcere perché la sua carriera politica agli albori è stata compromessa, e come medico ha perso parte dei suoi assistiti perché la sua reputazione in una «realtà di piccole dimensioni» potrebbe essere stata compromessa in modo irreparabile. Lo ha deciso la Cassazione con una sentenza del 25 agosto, di cui ha dato notizia l’agenzia Agi, in relazione alla vicenda di Enrico Niccolò Graziani, l’ex vicensindaco di Campo dell’Elba, piccolo Comune dell’isola toscana, detenuto dall’ottobre 2005 al febbraio 2006 con le accuse di concussione e abuso d’ufficio dalle quali è stato poi assolto “perché il fatto non sussiste”.
I giudici hanno accolto il ricorso presentato dal suo legale annullando la decisione della Corte d’Appello di Firenze secondo la quale gli andava attribuita a titolo di equa riparazione la somma di circa 18mila euro sulla base del «mero calcolo aritmetico dell’ammontare giornaliero moltiplicato per i giorni di custodia cautelare». Ma in questo caso, nota la Suprema corte, «la lesione è più grave rispetto alle normali conseguenze derivate da una ingiusta e incolpevole detenzione» perché la carcerazione ha provocato a Graziani «un impoverimento tale da modificare uno stile complessivo di vita». L’assoluzione non basta, come sostenuto dai giudici d’appello, a risanare la reputazione tenendo presente «una serie di pregiudizi di rilevante natura economica, professionale e familiare nonché la compromissione dell’avviata carriera politica». In Corte d’Appello ci sarà dunque un nuovo giudizio che dovrà riformulare l’indennizzo per Graziani.