Compirà 90 anni in cella l’uomo che questa mattina ha varcato la soglia del carcere di Uta (Cagliari) per scontare una pena a 30 anni di reclusione. Anzi, 29 anni e quattro giorni: undici mesi e 26 giorni Giuseppe Doa li ha già trascorsi in parte nel carcere di Lanusei, nel 2016, e in parte ai domiciliari, nella località balneare di Costa Rei, una frazione di Muravera, nel Sud Sardegna. 

L’uomo è stato arrestato dai carabinieri della Stazione di Castiadas a Costa Rei, dove era domiciliato ed era sottoposto all’obbligo di dimora. Sette anni fa, il 10 agosto del 2016, aveva ucciso a colpi di fucile due nipoti, rispettivamente di 43 e 46 anni, per una questione di eredità. La difesa aveva sostenuto che l’omicidio sarebbe scaturito da un eccesso di legittima difesa. Doa era scappato dopo aver sparato per poi costituirsi solo qualche giorno dopo il duplice omicidio commesso nel suo paese, Arzana, nel nuorese. 

I militari dell’Arma hanno eseguito nei suoi confronti un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale di Cagliari, in esecuzione della sentenza numero del 2022 emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Cagliari in riforma di una precedente sentenza del 2020 della Corte di Assise del capoluogo. L’età avanzata non ha evitato il carcere all’uomo, che aveva presentato ricorso in Cassazione, rigettato dalla Suprema Corte. La condanna per duplice omicidio è dunque definitiva. 

Come scrive il Corriere della Sera, il difensore Stefano Murgia, ha depositato un’istanza al magistrato di sorveglianza affinché valuti le condizioni di salute del detenuto e le consideri incompatibili con il carcere. «Non c’è conversione diretta tra l’età e il carcere – spiega il legale - ma bisogna rivolgersi al magistrato di sorveglianza prima e al Tribunale di sorveglianza poi, affinché valuti attraverso la consulenza di un medico le condizioni di salute di Doa e le giudichi incompatibili con il carcere».