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«Non si possono mettere sullo stesso piano gli sfruttatori delle prostitute, che costringono queste ragazze a prostituirsi per speculare sui loro corpi e arricchire le associazioni criminali, e i cosiddetti clienti. Non è pensabile il carcere per questi clienti, che io chiamo sfruttatori secondari. Anzi, come fanno non poche associazioni come la nostra, bisogna pensare a delle politiche di accompagnamento per cogliere gli aspetti problematici delle loro vite». Così all’Adnkronos don Marcello Cozzi, sacerdote di Potenza e presidente del centro studi Cestrim che negli anni ha assistito le vittime della tratta, commentando la proposta di legge presentata dai senatori del Movimento 5 stelle con la previsione di pene durissime per i clienti. «C’è sempre un approccio repressivo nel fronteggiare il fenomeno della prostituzione - dice ancora -. Le pene bisogna inasprirle per i veri sfruttatori che sono la causa principale della tratta e sono strumento della criminalità. Sui cosiddetti clienti va fatta invece un’altra riflessione. Le ragazze ci raccontano che molti di loro sono mariti, padri di famiglia, compagni di donne e ci dicono anche che dopo essere stati con loro questi uomini si confidano, parlano delle loro relazioni matrimoniali o dei problemi con i loro figli. C’è qualcosa di più profondo da comprendere se sentono la necessità di andare con un’altra donna e pagarla». «Bisogna anche cambiare le politiche nei confronti delle ragazze - afferma don Marcello Cozzi - perché con l’esigenza della tutela del decoro sono state respinte dai marciapiedi e, per non essere multate, costrette ad andare nelle case. È successo anche a Potenza. Se vanno nelle case non sappiamo cosa accade, se sono vittime di tratta o di criminali non abbiamo più la possibilità di assisterle e di sentire il loro grido di aiuto. Anche in questo caso, una politica repressiva che non risolve il problema. Servono invece delle politiche adeguate di accompagnamento e di sostegno a queste ragazze, anziché farle sparire dalle strade e non sapere più cosa succede».