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Alleviare in questa torrida estate le sofferenze che patiscono i detenuti nelle carceri sovraffollate. È questo l’obiettivo dell’iniziativa dell’Ordine degli avvocati di Milano, che ha lanciato la campagna denominata “Aria d’umanità”. L’iniziativa solidale è stata ideata per rispondere a una delle criticità più gravi e silenziose del sistema penitenziario: l’assenza di adeguati sistemi di ventilazione nelle celle. Oltre alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica, i gesti concreti. L’avvocatura del capoluogo lombardo ha donato un migliaio di ventilatori agli istituti penitenziari milanesi, coinvolgendo direttamente imprese, associazioni e cittadini per promuovere un’azione collettiva e diffusa di attenzione verso chi vive situazioni di fragilità.
Il progetto ha coinvolto le direzioni degli istituti penitenziari per raccogliere indicazioni sui fabbisogni reali, quali il numero e la tipologia dei ventilatori necessari, in modo da garantire un intervento il più possibile mirato, efficace e tempestivo. Il supporto logistico è stato fornito da una importante multinazionale del commercio online con una donazione in denaro e la collaborazione diretta del suo team, grazie al quale è stata selezionata la tipologia dei prodotti richiesti garantendone le consegne. Un’altra azienda del settore elettrotecnico ha donato gli specifici adattatori per permettere l’istallazione dei ventilatori. Hanno aderito all’iniziativa l’Ordine degli Psicologi della Lombardia, i Lions, le associazioni forensi Agi, Adgi, Agam, Aiaf Lombardia, Ami-sezione distrettuale di Milano, Camera Minorile di Milano, Laf, Movimento forense-Milano ed Elettrici senza frontiere.
«Sono mille i ventilatori e 750 gli adattatori – spiega il presidente del Coa di Milano, Antonino La Lumia – che in questi giorni vengono distribuiti agli istituti di pena milanesi. La nostra iniziativa sta raggiungendo obiettivi importanti, in grado di creare un impatto positivo. Si potrà infatti disporre di un ventilatore per cella all’interno della Casa Circondariale di San Vittore e la ventilazione di alcune aree comuni».
A rendere l’aria più respirabile un ventilatore per cella nell’Istituto penale per i minorenni “Cesare Beccaria”. È prevista la ventilazione delle aree comuni e di reparti con particolari condizioni di detenzione anche all’interno della Casa di reclusione di Opera, senza tralasciare la ventilazione di un numero importante di celle nella Casa di reclusione di Bollate.
«Dare aria alla giustizia – evidenzia La Lumia –, anche dentro il carcere, significa restituire dignità al diritto. E, attraverso il diritto, restituire dignità all’uomo. Come avvocati, non possiamo voltare lo sguardo. Abbiamo scelto una professione che impone di stare dalla parte dei diritti, anche e soprattutto quando quei diritti sembrano scomodi o dimenticati. La nostra iniziativa è un invito a non voltarsi dall’altra parte. Un gesto semplice, ma potente, per ricordare che tra le mura di un carcere il diritto all’aria, alla salute e alla dignità restano diritti fondamentali. “Aria d’umanità” è un’iniziativa aperta e condivisa per promuovere una cultura della società più sensibile e capace di rivolgere l’attenzione agli ultimi».
La donazione dei ventilatori è qualcosa che va oltre la mera generosità. Ne è fortemente convinto il presidente degli avvocati di Milano. «Abbiamo voluto realizzare un gesto collettivo – aggiunge Antonino La Lumia – che parla di responsabilità, di comunità, di una giustizia che è presenza, ascolto e cura. È la prova che, quando le istituzioni, le imprese, le associazioni, le professioni e i cittadini si uniscono, è possibile portare un cambiamento reale anche nei luoghi più fragili e dimenticati. Oggi non celebriamo solo il risultato, importante e concreto, di mille ventilatori donati e relativi adattatori che ne consentono l’utilizzo; oggi affermiamo un principio d’umanità. È da qui che passa la civiltà di un Paese».
Dello stesso parere Beatrice Saldarini, coordinatrice della Commissione carcere del Coa di Milano. «Gli istituti penitenziari – dice l’avvocata Saldarini – sono un luogo in cui il diritto deve farsi cura, ascolto, presenza. Non si tratta solo di donare ventilatori, ma di riaffermare un principio fondamentale: la tutela dei diritti non si ferma davanti alle sbarre. Anche da qui passa la credibilità di uno Stato di diritto».