Tanto per accrescere l’ansia in una fase in cui le riforme sono in ghiaccio nell’attesa di tempi migliori, un dettaglio tecnico- linguistico delle “Raccomandazioni” europee rammenta che la nuova giustizia non può essere rinviata. E che dunque, se la paralisi legata all’instabilità grillina si prolungasse a oltranza, il Next generation Eu, il fondo post covid, andrebbe a farsi benedire.

È l’agenzia Adn- kronos a proporre un focus sulla parola chiave degli aiuti comunitari: «frontloading» . Un concetto ribadito più volte dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, secondo la quale il Recovery plan sarebbe stato «heavily frontloaded» , per spingere la ripresa dopo la crisi deel covid.

Frontloaded vuol dire che le erogazioni agli Stati membri, ma anche le riforme e gli investimenti previsti, saranno fortemente concentrati nel primo periodo del Recovery plan.

Anche il Piano di ripresa dell’Italia, prima beneficiaria del fondo Next Generation Eu, è «frontloaded» . E la caratteristica ha una ricaduta politica di non poco conto: le riforme guida del Piano, quelle che più interessano all’Europa per migliorare il «business environment»

italiano, cioè le riforme su giustizia, Pa e concorrenza, dovrebbero essere a regime prima del marzo 2023. Sembra una scadenza comoda ma può non esserlo se si considera che ddl come quelli su penale, civile e Csm sono in realtà leggi delega, e che seppure si uscisse dal pantano attuale, si rischia di ricascarci quando il governo sottoporrà al Parlamento i decreti legislativi di attuazione.

Gli esborsi comunitari, si legge nelle Raccomandazioni per il Next generatione Eu, verranno materialmente effettuati solo al raggiungimento di determinati obiettivi e tappe ( «milestones and targets» , nel gergo burocratico di Bruxelles). E nel mastodontico “Annex” che l’Ue allega alla Raccomandazione sul Piano di ripresa — oltre 600 pagine di tabelle e inglese burocratico — vengono elencate, una per una, tutte le milestones e i targets che l’Italia si è impegnata a rispettare. E così, le stesse riforme- presupposto chieste all’Italia sono tutte «heavily frontloaded». Lo è innanzitutto la riforma della giustizia, che ha una prima «milestone» già quest’anno, con l’adozione delle leggi delega entro fine 2021. Vorrebbe dire ddl penale, civile e sul Csm definitivamente approvati entro Natale. Dite che proprio non c’è nulla di cui preoccuparsi? ( e. n.)