L' Associazione Yairaiha ha inviato una segnalazione urgente al ministro della Giustizia Carlo Nordio, alla direttrice del carcere di Genova Tullia Ardito, al Garante Nazionale Mauro Palma e al garante della città di Genova Stefano Sambugaro riguardo al detenuto Carmine Multari, il quale ha sofferto di una serie di patologie e ha subito una carenza di cure nei diversi istituti penitenziari in cui si è trovato ristretto negli ultimi tre anni. La compagna di Multari ha scritto all'associazione per informarla che il suo partner è stato privato della sua carrozzina dal dirigente sanitario del carcere di Genova, il quale avrebbe ritenuto che il detenuto stesse fingendo le sue patologie.

Questa decisione ha comportato ulteriori privazioni per il detenuto Multari, che gli hanno impedito di svolgere anche le minime attività intramurarie, tra cui i colloqui telefonici con la sua famiglia. L'Associazione Yairaiha ha già segnalato in precedenza la situazione di salute del detenuto alle autorità competenti, senza ottenere una risposta adeguata. Tuttavia, in questa nuova segnalazione urgente, l'associazione auspica che la carrozzina venga riassegnata al detenuto al fine di tutelare dignitosamente i suoi diritti di persona ammalata prima ancora che detenuta.

L'associazione ritiene che sia superfluo allegare la documentazione medica che attesta le diverse patologie di cui soffre Multari, in quanto le autorità competenti sono già a conoscenza della sua situazione di salute.

L'obiettivo è quello di ottenere un positivo riscontro da parte delle autorità competenti per garantire i diritti fondamentali del detenuto e garantire una gestione adeguata della sua salute all'interno dell'istituto penitenziario. Questa segnalazione urgente mette in luce la situazione di salute precaria del detenuto e la carenza di cure nei diversi istituti penitenziari in cui è stato ristretto negli ultimi tre anni.

L'Associazione Yairaiha auspica che le autorità competenti prendano seriamente in considerazione la sua segnalazione e agiscano immediatamente per garantire il rispetto dei diritti umani del detenuto.

Ma cosa denuncia la compagna di Multari tramite la lettera indirizzata all’associazione Yairaiha? Afferma che il compagno, incarcerato nel 2019, ha subito l'asportazione di una neoplasia alla lingua e che il suo stato di salute è notevolmente peggiorato. Multari è stato trasferito dal carcere di Voghera al centro clinico del carcere di Opera per ricevere cure mediche, ma la situazione non è migliorata e anzi è peggiorata, in particolare a causa dell'impossibilità di curarsi come l'equipe medica che lo ha operato ha delineato in fase di post- operatorio e riabilitativo. Il detenuto ha subito un progressivo e irreversibile peggioramento, mascherato dall'istituzione carceraria come atteggiamento non collaborativo. Inoltre, Multari non ha mai fatto socialità né ora d'aria e ha chiesto il divieto d'incontro con la popolazione carceraria per evitare l'acutizzarsi di appartenenze dettate dai capi di imputazione per associazione mafiosa – a detta sua - non corrispondenti al suo reale stato in essere.

La compagna si dice preoccupata e stanca di rimbalzare contro muri di gomma e di opportunismo nel cercare di ottenere giustizia per Multari, il quale è stato trasferito da Opera a Genova e gli è stata tolta la sedia a rotelle perché si dice che stia simulando. Il detenuto cade spesso, ma questo non viene preso in considerazione. Nonostante le richieste di trasferimento per avvicinarlo alla famiglia, tutto viene ignorato. Inoltre, sempre nella lettera, la compagna sottolinea che il tribunale di Verona non ha accolto mai alcuna richiesta per concedere i domiciliari a Multari, nonostante le perizie e la sua incompatibilità con il regime carcerario.

Il Pm lo definisce pericoloso sulla base dell'aggravante del 416 bis, aggravante caduta per il tribunale del Riesame di Venezia, ma non presa in considerazione per il primo grado. Il mese scorso, la Cassazione ha condannato in via definitiva Multari per il primo processo in essere, non meravigliandosi minimamente che per i giudici di primo grado l’aggravante – a detta della sua compagna - sarebbe stato indotta dal suo marcato accento calabrese. Non solo.

Sempre secondo quanto denuncia la compagna nella lettera indirizzata all’associazione Yairaiha, Multari è stato condannato anche per un reato da lui commesso mentre si trovava a scontare un periodo di detenzione presso il carcere di Reggio Emilia nel lontano 2004.

Al di là dell’aspetto giudiziario, è chiaro che il sistema carcerario italiano presenta molte lacune e criticità, soprattutto per quanto riguarda la salute dei detenuti. La situazione di Multari non è un caso isolato, ma è il risultato di una serie di problemi strutturali del sistema penitenziario italiano. È inaccettabile che un detenuto malato venga trascurato e che le sue richieste di cure e di assistenza vengano ignorate. Il minimo sindacale è quello di restituirgli la sedia a rotelle e dargli la possibilità di avere contatti con la sua famiglia.