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Nel carcere siciliano di Barcellona Pozzo di Gotto ci sono decine di detenuti invalidi che hanno perso o rischiano di perdere il sussidio. Lo ha scoperto l’associazione Yairaiha Onlus che da poco ha aperto i suoi sportelli anche in Sicilia.
La scoperta nasce dai genitori di Giuseppe Pecoraro arrestato con accusa di omicidio il 10 marzo 2017, condannato in via definitiva all’ergastolo e detenuto presso la casa Circondariale “Vittorio Madia” di Barcellona Pozzo di Gotto a cui l’Inps aveva riconosciuto nel maggio del 2018 un’invalidità dell’ 80% con relativo accesso alla pensione. I genitori del detenuto hanno lamentato all’associazione problematiche connesse al rinnovo della pensione di invalidità di cui godeva il figlio. Il 30 luglio 2020 infatti, l’Inps di Palermo (comune di residenza di Pecoraro) aveva richiamato il detenuto per una visita di rinnovo della pensione di invalidità, fissando tale visita per il 7 Settembre 2020, a Palermo.
Come denuncia l’associazione Yairaiha Onlus, i genitori tramite un CAF di Barcellona Pozzo Di Gotto inviano inutilmente una prima istanza alla commissione invalidi dell’Inps per ottenere che la visita si svolga presso l’istituto penitenziario di Barcellona. Nel 2021, è stata inviata una seconda giustificazione amministrativa rimasta ancora una volta inascoltata. La commissione, però, non risponde a queste richieste e l’indennità di invalidità percepita dal detenuto Pecoraro viene revocata e addirittura il 7 giugno 2021 l’Inps di Palermo invia all’indirizzo di residenza del detenuto Pecoraro, la richiesta di rimborso di € 297,45 per indennità indebitamente percepita. Non avendo infatti potuto sostenere la visita, Pecoraro non solo ha perso il diritto alla pensione di invalidità, ma risulta al momento debitore nei confronti dell’Inps.
La vicenda personale di Pecoraro ha dato modo all’Associazione Yairaiha, di venire a contatto con una situazione di generale problematicità burocratica che investe parte dei detenuti della Casa Circondariale Vittorio Madia di Barcellona Pozzo di Gotto. L’istituto, infatti, ospita al suo interno un’articolazione per la Tutela della Salute Mentale (Atsm), maschile e femminile e 110 sono attualmente i detenuti che risultano assumere terapia psichiatrica sotto prescrizione medica. Ebbene, secondo le informazioni che l’associazione ha acquisito presso il Caf di Barcellona che si occupa delle problematiche di questi detenuti, circa il 40% degli aventi diritto alla pensione di invalidità, ha attualmente perso il contributo a causa di situazioni simili a quella del signor Pecoraro.
L’impasse burocratico nascerebbe dal fatto che il giudice competente non autorizza lo spostamento fuori dall’istituto dei detenuti per poter affrontare la visita di revisione, mentre d’altro canto la commissione invalidi dell’Inps non segue l’iter per effettuare le visite di revisione all’interno della struttura carceraria. «Noi riteniamo - denuncia l’associazione Yairaiha rivolgendosi al garante regionale della Sicilia - che questa situazione sia fortemente lesiva dei diritti di soggetti che vivono in condizione di restrizione della libertà personale e riteniamo necessario un intervento del Garante al fine di verificare la effettiva entità e le cause delle disfunzioni illustrate e per richiedere una gestione coordinata delle azioni di tutte le istituzioni statali coinvolte affinché i diritti spettanti ai detenuti siano salvaguardati».