Balla sull’ipotesi del sorteggio la riforma del sistema elettorale del Consiglio superiore della magistratura. Un sorteggio guardato con sospetto dalla ministra Marta Cartabia e da quella parte della maggioranza di governo ( Partito democratico e M5S) che ritiene indispensabile una preventiva riforma costituzionale, e portato avanti invece dal resto dei partiti di maggioranza ( Lega, Forza Italia e Italia Viva) e da Fratelli d’Italia, che spingono invece per l’ipotesi di una chiamata a sorte della rappresentanza togata che agisca “a valle”: con il sorteggio cioè dei papabili, che verrebbero poi sopposti al giudizio del voto. Una situazione di stallo che si trascina già da tempo, quando di tempo ormai ne è rimasto poco. Il rinnovo delle cariche del Csm previsto nel giro di pochi mesi impone – il Presidente Mattarella ha già bussato più volte in questa direzione – che si intervenga nelle modifiche al sistema elettorale dell’organo di autogoverno della magistratura al più presto. E in questa direzione sembra muoversi l’emendamento ( firmato da 9 parlamentari leghisti) presentato dalla responsabile giustizia del Carroccio Giulia Buongiorno e raccolto dalla stessa ministra Cartabia, che lo ha posto come «spunto di dibattito» per la prevista e decisiva riunione di lunedì.

Sul banco, lo scambio del comune denominatore, con l’intervento della sorte, previsto “a monte” dell’intera procedura: a venire sorteggiati non sarebbero i candidati ma i collegi elettorali. L’obiettivo dichiarato resta il medesimo, togliere potere decisionale alle correnti. «Invertiamo un po’ le cose, creiamo un sistema per fare restare l’effetto sorpresa – ha detto Buongiorno – sorteggiamo non i candidati ma i collegi elettorali. In sostanza non è più un sorteggio su chi si candida ma nel momento in cui si inserisce il sorteggio dei collegi dove si eleggono i singoli magistrati noi creiamo lo stesso l’effetto sorpresa». E se dal vicesegretario di Azione Enrico Costa arriva un secco no alla proposta di mediazione – «Lo spezzatino dei collegi elettorali sorteggiati per le elezioni del Csm sarebbe un gigantesco boomerang. Rafforzerebbe le correnti e quei magistrati che, grazie a inchieste mediatiche, hanno popolarità su scala nazionale» -, resta perplesso anche il capogruppo di Forza Italia in Commissione giustizia alla Camera, Pierantonio Zanettin: «Non mi sembra una proposta risolutiva se l’obiettivo è combattere il correntismo. Sorteggiare i collegi e dunque spostare i candidati dai propri territori potrebbe avere come unico risultato quello di farli appoggiare ancora una volta alle correnti amiche relative al collegio».

Martedì inizierà dunque il testo di riforma, dopo la consegna dei pareri del governo su 11 proposte emendative presentate dai gruppi al testo approvato in Consiglio dei ministri. Restano da affrontare i nodi maggiori, tra cui il sistema di voto, ma i pareri confermano l’impianto dell’emendamento governativo, aprendo solo ad alcune richieste, tra cui la possibilità di ridurre il numero massimo di magistrati ordinari collocati fuori ruolo. «Lunedì mattina vedremo di nuovo la ministra Cartabia - ha dichiarato il presidente della Commissione, il grillino Mario Perantoni -, è evidente che occorre ancora un supplemento di impegno da parte di tutti per risolvere le criticità aperte e per chiudere rapidamente il lavoro in commissione: l’approdo in aula è previsto per il 19 e non sono pensabili ulteriori rinvii».